La Roccia di Olumo. Leggenda africana.

La Roccia di Olumo. Leggenda Africana

La Roccia di Olumo

Testo di Federico Berti

Libro, ebook, audiolibro
Canto in ottava rima
saggio introduttivo dell’autore

I

Mill’anni ed altri mille son passati
e mille ancor dal tempo degli eroi,
da quando Atlante licenziò i soldati
e ad Ercole insegnò i mestieri suoi.
Dell’Africa gli spazi sconfinati
percorsi da predoni ed avvoltoi,
nei porti, pullulavano le navi
per il commercio infame degli schiavi.

II

Inalberati fra pietrosi incavi,
salirono guerrieri e contadini
a interrogar lo spirito degli avi,
nascondere le donne ed i bambini.
Un missionario inglese dei più savi,
venuto a predicar tra quegli spini,
scrutando il cielo con preoccupazione
vide addensarsi una perturbazione.

III

Pensò tra sé: “Che strana sensazione!
All’orizzonte, un vento di tempesta:
quei fulmini mi danno l’impressione
di provenir dal cuor della foresta.
Saettano con tanta ostinazione,
ma il tuono poco e mal si manifesta,
scintilla appena il lampo d’un bagliore
senza tradire il minimo rumore.

IV

“Mi sembra innatural tanto fulgore
non vuol trovare sfogo il temporale,
come se un sortilegio incantatore
scagliasse contro il cielo un cupo strale.
Dev’essere un dio falso e mentitore,
l’opera di uno spirito infernale:
del Redentore invoco la potenza
d’infondermi la forza e l’eloquenza!”

V

Nel pronunciar l’improvvida sentenza
vide arrivar l’ardito condottiero
l’uomo inviato dalla provvidenza
ad arroccar quel ripido sentiero.
Del principe egli aveva la presenza,
dotato d’un carisma battagliero,
fiammante la parola e chi l’ascolta
muoveva i rivoltosi alla rivolta.

VI

Con andatura fiera e disinvolta
apparve da una bassa fenditura
in una bianca tunica ravvolta
di molto grossolana tessitura.
Così parlò: “La vostra barba incolta
tradisce la stanchezza e la premura
d’un lungo viaggio che vi fu penoso:
avrete un gran bisogno di riposo!”

VII

E il prete a lui: “Fu compito gravoso,
propagandar fra tutte le missioni
questo disegno intrepido e ambizioso,
la migrazione delle migrazioni”.
Quell’altro: “Siete un uomo coraggioso,
ben vengano da tutte le nazioni
sian profughi, reietti o rifugiati
tra noi più non verran perseguitati!”

VIII

Il reverendo: “Gli ultimi arrivati
hanno bisogno urgente d’un riparo,
sprovvisti son di tutto ed affamati
non han vestiti, stuoie, né denaro”.
E lui: “Siano istruiti, ben armati!
Quando verrà il temibile corsaro
dovrà trovare un popolo in attesa,
sulla rocca sicura e ben difesa!”

IX

Rispose quel soldato della chiesa:
“Come Mosè gli schiavi dall’Egitto
condusse i suoi nella divina impresa
così ho guidato i miei nel tuo convitto”.
Quell’altro il suo pensiero gli palesa:
“La casa degli dèi non ha soffitto,
sia benedetto il nome dei cultisti,
cristiani, musulmani ed animisti”

IX

Frattanto che i due nobili statisti
ponevano le idee sullo scacchiere
comparvero tre giovani attivisti
da un ripido sentier tra le barriere.
“Lasciatemi, pezzenti! Terroristi!
Tornate nelle putride galere!”
Gridava mani e piedi incatenata
l’intrusa dalle guardie catturata.

(Continua a leggere)


La Roccia di Olumo

Testo di Federico Berti


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