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Boicottaggio delle università israeliane. Clubhouse speech

Boicottaggio delle università israeliane. Perché non mi convince. Clubhouse speech

Boicottaggio delle università israeliane

Perché non mi convince

Clubhouse speech. Federico Berti

La questione è stata posta da molti. Il boicottaggio delle università israeliane, a chi va incontro? Di chi fa gli interessi? Può realmente cambiare lo stato delle cose in Israele, danneggiando il governo fascista e xenofobo di Netanyahu? Può fare l’interesse del popolo palestinese nei territori occupati? La risposta purtroppo è no, lo è storicamente, lo è da un punto di vista sociale e politico. L’unica arma efficace contro il fascismo è la cultura, se si vuole combattere il fascismo bisogna alimentare la cultura di quel paese, in modo particolare la cultura superiore, quella scientifica, letteraria, che costituisce la miglior barriera contro l’ignoranza che porta alle derive autoritarie. Si può rifiutare il finanziamento a quei progetti di ricerca (e solo quelli) che possono avere un duplice impiego, come spiega il documento firmato dai docenti italiani che hanno intrapreso quest’iniziativa, ma interrompere ogni rapporto con le università israeliane non costituisce un ricatto al governo dei fascisti, che anzi ha tutto l’interesse a ostacolare chi con l’arma della cultura può togliergli credibilità. Al contrario, si dovrebbero stringere nuovi sodalizi con tutte quelle forze interne a Israele che si battono per mandare a casa questo governo che si è macchiato di azioni criminali contro l’umanità, per processare i responsabili e riaprire il percorso di pace interrotto con la morte di Rabin e l’isolamento politico di Arafat. E’ dalle Università che deve partire questo processo, perché è la cultura a muovere questo genere di percorsi, non l’ignoranza che conosce solo il linguaggio della forza bruta. A queste considerazioni mi sento di aggiungere che da anni il Qatar sta investendo denaro a fiumi nel finanziamento delle università americane e anche in quelle italiane, acquistando peraltro armi dall’industria degli armamenti italiana. Quanto meno stupisce che non vi siano iniziative contro questa bestialità di un paese fondamentalista, omofobo, sciovinista, teocratico, tra i più ferventi finanziatori di Hamas, che riceve armi dalle nostre fabbriche e dal quale si ricevono fondi per la ricerca universitaria. Stupisce e meraviglia. Questi sono i motivi per cui non mi convince il boicottaggio delle università israeliane.

Rassegne stampa

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