Quel regolamento che nessuno potrà mai scrivere. Buskers a Bologna. L’autogestione prima della legge

Il problema
del codice
non scritto

Artisti di strada
e autogestione

Tratto da F. Berti,
Gli artisti di strada
non sono mendicanti

Quando verso metà degli anni ’90 è entrato in vigore a Bologna il regolamento nato dalla collaborazione tra il C.a.s.b.a. e l’assessore alla cultura di allora, prof. Roberto Grandi, docente di Comunicazioni di Massa, l’amplificatore agli artisti di strada era stato negato; ciò nonostante non s’è mai sentito parlare di multe, meno ancora lamentele o interventi della forza pubblica. Chi ha esercitato in zona il mestiere nell’arco di quindici anni, può confermarlo: basi musicali, ottoni, clarinetti, grancassa, rullante, chitarre elettriche, sapevano ricavarsi uno spazio senza incorrere nella febbre da competizione o in sanzioni amministrative. Anche la permanenza nella stessa porzione di suolo pubblico veniva portata fino a due ore o più in accordo con gli abitanti del posto, o con chi lavorava nelle vicinanze; del resto la musica dal vivo nei locali, l’intrattenimento del piano bar nelle gelaterie, nei ristoranti, anche là dove normalmente si esibivano gli ambulanti, non rispettava sempre la legge sull’acustica più di quanto loro la trasgredissero: s’era creato insomma un equilibrio di convivenza pacifica, una regola non scritta. Com’è stato possibile? Attraverso l’autogestione, che viene prima della legge. Fino a pochi anni fa gli artisti di strada bolognesi… (Continua a leggere)

Tratto da F. Berti,
Gli artisti di strada
non sono mendicanti

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