Il valore di quel che fai, quanto costa il tuo spettacolo. Quando chiedere di più. Street art tutorial.
Quando puoi
chiedere di più
Quanto ‘costa’ un
artista di strada
Tratto da F. Berti
Gli artisti di strada non sono mendicanti
Rispondo ad alcuni compagni che sollevavano qualche giorno fa un problema, come stabilire un compenso ragionevole per uno spettacolo, sulla base di quali parametri. Dopo averci pensato un poco, mi son detto: è un tema che merita più d’un semplice commento, dirò alcune cose che mi vengono in mente a riguardo, se avete qualche altra idea parliamone.
L’arte di strada non ha prezzo per chi la fa, ma ne ha sempre per chi la sostiene vale a dire il pubblico e l’impresariato: le valutazioni su di noi vengono misurate per lo più sulle leggi del mercato, quasi sempre diverse dall’economia di chi su quello spettacolo magari ha sputato sangue, a volte può essere deludente ma il mondo va così e capire come funziona può aiutarci a risolvere alcuni problemi di comunicazione, vincere la timidezza nel contrattare, o al contrario, ridimensionare le nostre aspettative. Per evitare il gioco al ribasso o la ‘corsa agli armamenti’ del rialzo, dovremmo quindi porci il primo dei problemi, vale a dire come il mercato valuta il nostro servizio e per quale motivo l’offerta nel cappello non è sempre direttamente proporzionale al lavoro svolto. Per esempio un suonatore molto abile può trovarsi pochi spiccioli nel cappello, mentre un ‘pentolaro’ da quattro soldi può guadagnare molto più di noi. Come vedremo in queste brevi note, piangerci addosso e sentirci incompresi, magari offendendo quelli forse meno bravi ma più abili a ‘monetizzare’, non servirà a migliorare, né servirà abbassare la qualità per rincorrere il pubblico di massa, è una battaglia persa in partenza. In realtà bastano pochi accorgimenti e un pubblico di nicchia può sostenerti quel tanto che basta a vivere con dignità mantenendo alto il livello dei contenuti. In primo luogo se vuoi distinguerti devi uscire dal mucchio, star lontano dalle piattaforme, evitare di prostituirti per due soldi là dove altri duecento artisti di strada come te stanno lottando per ottenere un po’ di visibilità, come spesso accade in uno spazio troppo ristretto per sfamare tutti dignitosamente. La passerella può servirti al momento di muovere i primi passi, ma appena acquisti un minimo di autonomia per camminare con le tue gambe sarà meglio evitarla come la peste, perché ti pone sullo stesso livello di chi non ha alternative: la stessa iscrizione a una piattaforma virtuale per metterti in fila nelle strade più frequentate è penalizzante, non ne parliamo poi farti vedere là in mezzo alla galline che si beccano l’una coll’altra per due chicchi di granturco… (Continua a leggere)