Arancia meccanica, ovvero i delitti di Ludwig.

Arancia meccanica, ovvero
i delitti di Ludwig

Articolo di Federico Berti

I delitti di Ludwig hanno rappresentato uno dei casi più inquietanti della cronaca nera italiana degli anni ’70 e ’80. Sono stati commessi da Wolfgang Abel e Marco Furlan, due giovani della Verona bene, che agivano spinti da un’ideologia perversa di “purificazione sociale”. Il nome Ludwig deriva dalla firma con cui rivendicavano i loro crimini, ispirata a Ludwig van Beethoven, simbolo della loro visione distorta della purezza culturale e morale.

Wolfgang Abel e Marco Furlan erano giovani di buona famiglia, colti e con un alto livello di istruzione. Entrambi studenti universitari, Abel era laureato in matematica e Furlan studiava fisica. La loro formazione e il contesto borghese in cui erano cresciuti rendevano ancora più inquietante la brutalità e la natura ideologica dei loro crimini.

La loro motivazione dichiarata era quella di “ripulire la società” da coloro che ritenevano moralmente corrotti o impuri, come tossicodipendenti, omosessuali, prostitute, preti considerati “indegni” e frequentatori di locali notturni. I loro atti erano un miscuglio di fanatismo religioso e ossessione per la purezza culturale e razziale.

Tra il 1977 e il 1984, Abel e Furlan commisero una serie di omicidi efferati in varie città del nord Italia, inclusa Bologna. Il loro modus operandi era particolarmente crudele: utilizzavano strumenti come mazze, coltelli, e in alcuni casi appiccavano incendi per eliminare le vittime.

Il caso più famoso ed efferato fu un incendio al cinema Eros di Milano (1983), un cinema a luci rosse cui venne appiccato un rogo. L’incendio causò la morte di sei persone. Uccisero poi in modo particolarmente brutale un sacerdote a Trento (1982), considerato dai Ludwig “impuro” per motivi non del tutto chiariti.

Bruciarono una discoteca a Castiglione delle Stiviere (1983), uccidendo sei giovani frequentatori del locale, considerati dalle loro menti distorte esempi di “degrado morale

La lunga scia di sangue terminò nel 1984, quando Abel e Furlan furono arrestati a Castiglione delle Stiviere, mentre tentavano di appiccare un altro incendio in una discoteca. L’arresto pose fine alla loro campagna omicida, ma il processo fu lungo e complesso.

Nel 1987 furono condannati all’ergastolo, ma in appello la pena fu ridotta a 30 anni di reclusione per via del riconoscimento di parziale incapacità di intendere e di volere. Entrambi uscirono di prigione negli anni 2000, dopo aver scontato poco più di 20 anni.

I delitti di Ludwig suscitarono orrore per la loro crudeltà e per l’apparente normalità dei due colpevoli, che incarnavano un inquietante connubio tra cultura, intelligenza e fanatismo omicida. L’ideologia che li muoveva, un misto di delirio religioso e suprematismo, sollevò interrogativi sul ruolo della società e delle famiglie nell’incapacità di cogliere i segnali di una mente deviata.

Anche se non ci sono prove dirette che Abel e Furlan si siano ispirati consapevolmente a Arancia Meccanica, i parallelismi sono evidenti. La scelta del nome Ludwig può essere letta come un richiamo simbolico a Beethoven e al film di Kubrick, un manifesto che fonde arte, violenza e ideologia in un mix disturbante. L’eredità dei delitti di Ludwig resta un monito inquietante su come fanatismo e ideologia possano trasformare individui apparentemente “normali” in spietati assassini.

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