“I matti son furbi, lo so bene ero caposala in un ospedale psichiatrico. Fanno delle stupidaggini tu li riprendi ma quando se lì dicon mica la verità, la scopri solo man mano; pure vigliacchi, mettono in testa delle idee da far passare per matto l’infermiere, però tu hai l’obbligo di vedere che non combinino cose sbagliate, allora a forza di starci dietro l’impari. Però non devi aver paura e soprattutto, mai fidarsi! Contan balle che sembran vere, ma poi li riconosci nel modo di fare, come camminano, come si comportano. Un pazzo sano è più pericoloso di un matto vero, quel dottore a Bologna che ammazzò la moglie con una puntura, te lo ricordi? Nigrisoli si chiamava, era quell’anno che rimasi cieca. L’aveva uccisa perché s’era innamorato di un’altra donna, seppellirono la poverina su per San Luca. C’è stato un processo per tanti anni, lui fu ricoverato in una casa di cura; fu scandalo perché la sua famiglia era un esempio, e perché lui stesso era un dottore, primario di una clinica addirittura! Voglio dire un conto è il malato, altra cosa un criminale. Ora stan chiudendo gli ospedali dei matti, l’han detto stamani, vedessi certi trogoli! Me mi portarono in un posto dov’eravamo in tre, due andaron via e restai da sola, ma il carrello arrivava lo stesso pranzo e cena. Il mio figliolo disse: non portatela lì la mamma che capisce, è in testa, invece quelli avevan l’ordine. Se n’accorse il dottore che ero depressa, pure il pilota lo sapevano”.
Mi viene in mente quella storia della suora che non sapeva d’essere incinta, andò al pronto soccorso in barella e prima di arrivare dal ginecologo venne fuori questo bambino sotto il lenzuolo, forse posso capire lei ma chi le stava intorno, possibile nessuno si sia accorto di nulla? Per me sanno pure chi è il babbo te lo dico io, una volta sola è venuto lo Spirito Santo e han detto che ritorna solo alla fine del mondo! Mio fratello s’arruolò volontario in marina sul giornale c’era scritto di presentare 18 anni finiti, la vista, perfetta, l’altezza giusta, poi lo mandarono a Pola in Istria per la visita di leva… Fino alla settima generazione, guardavano! Anche mio marito era in finanza e non dovette superare solo gli esami suoi, ma quando volevamo sposarci il permesso dovettero darlo sempre loro, i militari: volevan sapere tutto di me, controllarono anche i miei parenti, mamma, zio, due fratelli uno a Zurigo l’altro a Biella. Solo allora il Comune ha potuto mettere le pubblicazioni, è stata un po’ dura non bastavano mai i certificati. E questo pilota che ha fatto il disastro, gli danno 150 passeggeri e non ci sono controlli? Da me al reparto psichiatrico non voleva lavorare nessuno, un matto vero è buono di tirarti una scarpa dietro, ma il problema è che quel tipo di malato devi starci dietro quando sembra sano, prima che vengano le crisi non dopo. Avevo un medico sembrava normale, poi tutt’a un tratto metteva le mani addosso alle infermiere e non soccorreva chi era nel bisogno, ricordo uno che non poteva urinare stava malissimo, lui rispose: “E allora? Farà la popò!”, girò le spalle e se n’andò a casa. Denunciai la cosa, non lavorò più in nessun ospedale. Ecco tu lo vedi, non c’è niente di peggio che un pazzo sano”.