Musica popolare e colta. Due facce della stessa medaglia. Un’esperienza musicale sull’appennino Bolognese.
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Musica
popolare
e colta
Due lati della
stessa medaglia
Un’esperienza
sull’Appennino Bolognese.
Nel video qui sopra si può osservare un esperimento musicale che trovo molto interessante. Il ballo popolare del Bergamasco, ancora in uso nell’Appennino bolognese, in un’esecuzione ‘sovrapposta’ a una sua elaborazione che risale al periodo barocco. Da una ricerca di Placida Staro, in collaborazione con il Centro di Documentazione per la Cultura Montanara di Monghidoro, Suonatori d’l’Aqua fredda e l’Ensemble Cappella Musicale dei SS. Cosma e Damiano, Fabiana Ciampi. Dimostrazione ulteriore, semmai ce ne fosse bisogno, che popolare e colto non sono sempre stati così divisi come talvolta crediamo. Anzi, spesso camminano per mano. Nel brano, inciso per la Nota di Udine e incluso nel doppio CD “E’ qui la festa?”, si parte da alcune elaborazioni scritte che risalgono al XVI secolo per arrivare all’esecuzione dei suonatori da ballo moderni, le parti non sembrano affatto ‘scollegate’ fra loro. Piuttosto, si completano. Una prova a dir poco straordinaria che musica popolare e colta sono in realtà le due facce d’una stessa moneta dal valore corrente.
Dal Booklet interno al Cd
I territori di Monghidoro, Loiano e Monzuno sono battuti dai venti che liberano i crinali dalle nubi. Secondo le leggende, inducono stati di disorientamento portando alla luce ciò che era sepolto e ricoprendo ciò che era svelato. Questo doppio CD porta la testimonianza della festa dell’anno 2011-2012 in Valle del Savena. Sono registrazioni dal vivo de I Suonatori della Valle del Savena e della loro sezione di archi: I Suonatori dell’Acqua fredda. Accanto vi sono altri suoni della festa: le voci di danzerini, canterini e suonatori che, durante le veglie invernali tracciano il filo che collega la pratica della danza al vissuto simbolico. Infine, la partecipazione dell’Ensemble di Musica Antica Cappella dei SS. Cosma e Damiano e di Fabiana Ciampi testimonia una caratteristica di questa cultura rimasta invariata nei secoli: l’ibridazione tra il popolare e il colto, tra il sacro e il profano che ne fa un unicum nel panorama delle nostre culture europee.