M.C. Citroni, Il pozzo del Diavolo della Rocca d’Olgisio

Maria Cristina Citroni
Santa Liberata e la leggenda della Rocca d’Olgisio
Tratto da: Leggende e racconti dell’Emilia Romagna, Roma, Newton Compton, 1983
Abstract di Federico Berti
Maria Cristina Citroni riporta una leggenda piacentina legata alla località Pianello, nell’alta Val Chiarone, dove Messer Giovannato, cavaliere errante convertitosi tardivamente al cristianesimo, avrebbe costruito una rocca dopo aver ricevuto il battesimo da un pellegrino, il pio Marcello, che rimase con lui come figura di riferimento spirituale. Sposò una ragazza di modesti natali, Margherita da cui ebbe due figlie, Liberata e Faustina. Secondo la leggenda, Satana si tramutò in un corvo e posò una mela rossa sul cassettone ai piedi del letto. Margherita la mangiò e morì. Liberata e Faustina, durante la loro infanzia, si ritiravano in una grotta vicino al castello e contemplavano il panorama bellissimo. Il corvo le venne a trovare lì, posandosi su un sasso aguzzo presso la grotta. Era un corvo parlante e raccontò loro di essere un giovane vittima di una maledizione, parlava alle ragazze dei piaceri della vita mondana, delle feste, dei tornei, dei profumi e dell’amore.
Le ragazze, quando furono in età da marito, chiesero al padre di trovar loro uno sposo e questi bandì un torneo nel giorno della “Pasqua di rose”, invitando i cavalieri a presentarsi con l’anello più prezioso, a mostrarsi più coraggiosi, a battere tutti gli altri in combattimento. Si presentò fra i contendenti il diavolo, come Principe di Montenero. Presentò l’anello più prezioso, si mostrò più coraggioso degli altri gettandosi da un bastione e vinse tutti gli altri nel duello. Avendo vinto avrebbe dovuto sposare Liberata (e Faustina?) quando intervenne Marcello e lo smascherò, si aprì dunque una voragine e Satana sprofondò tra le fiamme dell’inferno. Di quella voragine rimane ancora oggi un pozzo proprio all’interno della corte nella Rocca d’Olgisio. Le due sorelle non andarono più alla grotta maledetta del corvo, dove nel frattempo è cresciuto un enorme fungo poi pietrificatosi, e si recarono da allora in un’altra grotta, detta ‘delle sante’.