Le danze Dabke in Palestina

Folklore palestinese. Danze popolari Dabke

La potenza espressiva delle danze dabke, che in Palestina assumono una connotazione fortemente politica e sono spesso oggetto di restrizioni da parte israeliana per le implicazioni di militanza che comportano, colpiscono in modo particolare per un dato non trascurabile, ovvero il fatto di essere eseguite parimenti da uomini e donne, per la precisione donne senza velo e in abiti non sempre tradizionali ma più spesso vestiti all’occidentale. Questo denota un tipo di cultura lontana da quella del fondamentalismo islamico, in cui le donne vivono recluse. Indagando negli studi sul folklore palestinese, è emerso che questa danza non ha origini propriamente ‘palestinesi’ ma costituiscono un tratto caratteristico delle comunità arabe alawite in Turchia, Libano, Siria, Israele e cosa più importante, nelle sue manifestazioni tradizionali esprimono la costruzione di vincoli solidaristici tra identità culturali spesso molto diverse tra loro. Sono danze a schiera che presentano tratti in comune con danze indoeuropee, rilevate nelle tradizioni elleniche e balcaniche. Anche i testi poetici associati alle danze dabke in altre località, non sono sempre e solo di tipo militante, ma esprimono gioia per eventi festosi, o rabbia per eventi infausti. Questa relazione con popoli vicini alla Palestina, è coerente con la prospettiva di Tawfiq Canaan, che radica la comunità palestinese nelle comunità arabe dell’Impero Ottomano in Medio Oriente. Si riassume brevemente di seguito uno studio di Erhan Tekin, nel quale si prendono in esame alcune danze popolari dabke nella regione di Hatay nella Turchia medirionale, identificando nella comunità araba alawita un possi bile quadro di riferimento per identità culturale palestinese. L’interessante articolo di Tekin propone anche alcune trascrizioni musicali e testuali.

Erhan Tekin, Dabke

Una danza popolare con parole e musica
nella cultura araba alawita di Hatay

in: ‘Türk Kültürü ve HACI BEKTAŞ VELİ Araştırma Dergisi,
n. 96/2020, pp.573-594. 10.34189/hbv.96.026.

Download Pdf

La regione di Hatay ospita comunità etniche con diverse religioni e lingue che convivono in armonia. Gli appartenenti a queste comunità mantengono la propria identità culturale insieme a quella nazionale turca. La comunità Araba Alawita è la più numerosa e parla il dialetto locale arabo. La dabke, una danza popolare con testi recitati nel dialetto arabo locale, è diffusa nel Medio Oriente e in altre culture come Libano, Palestina, Israele, Siria, Europa e America. Ci sono diverse opinioni sulle sue origini. La danza secondo alcuni sarebbe nata dai movimenti della comunità radunata sul tetto per compattare i rami degli alberi e il fango su una casa appena costruita, nelle aree rurali delle regioni sopra menzionate. Una delle forme più famose di dabke come danza popolare, “dalou’na”, significa “aiuto reciproco” in aramaico. Un’altra ipotesi è che possa derivare dalla produzione di olio d’oliva nella regione del Levante e dell’Iraq, dall’atto di schiacciare le olive con i piedi (Al-Dajani, 2013: 190). Il dabke è visto come un simbolo nazionale della resistenza contro Israele in Palestina, dove mantenere viva la danza significa mantenere viva la nazione. La danza popolare, vista come identità culturale ed etnica per il popolo palestinese, è considerata uno dei simboli più importanti di resistenza contro Israele, una resistenza che nasce dalla figura del fellah (il contadino) eretta a simbolo ideologico, come si è visto parlando dei primi studi sul folklore palestinese nel primo Novecento.

Libri e articoli recensiti su questo sito:

Erhan Tekin, Folklore palestinese. Le danze popolari dabke
Cristiana Baldazzi. Folklore e folklorismo in Palestina
Silvio Stampiglia, Partenope.
Ferrazzoli-Maga, Pandemia e infodemia
Agostiniani-Desideri, Plauto testimone della società del suo tempo
Ivana Ait, Un medico, la sua biblioteca e il Liber Partiti Scacchorum
Antonio Altamura, I cantastorie e la poesia popolare italiana
Georgia Arrivo, Seduzioni, promesse, matrimoni
Denise Articò, La ‘Politica di Esopo Frigio’ di Emanuele Tesauro
Gionata Barbieri, La Sirena Partenope ed i nummi neapolitani
Martin Bernal, Atena Nera. Radici afroasiatiche della civiltà classica
Federico Berti, Il bacio di Venere
Federico Berti, La rivoluzione interiore
Federico Berti, La roccia di Olumo
Federico Berti, Le vie delle fiabe
Federico Berti, L’ospedale fantasma
Federico Berti, Memoria. L’arte delle arti
Federico Berti, Trilussa contro Maciste
Nepomuceno Bolognini, Leggende del Trentino
Vittore Branca, Esopo toscano dei frati e dei mercanti trecenteschi
Giordano Bruno, Il sigillo dei sigilli. Diagrammi ermetici
Giordano Bruno, Le ombre delle idee. Arte della Memoria
Geràrd Capdeville, Diomede e Antenore rivali letterari di Enea
Romolo G. Capuano, Bizzarre illusioni. Lo strano mondo della Pareidolia
Marco Castellani, Esplorare mondi possibili
Giovanni Battista Casti, Gli animali parlanti. Poema satirico
Raul Chiodelli, La radio e la propaganda autarchica
Nicola Corcia, I Pelasgi in Italia
Andrea Da Barberino, I reali di Francia
Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana
Paul K. Feyrabend, La scienza come arte
Lodovico Frati, Bologna nella satira della vita cittadina
Leo Frobenius, Storia della civiltà Africana
Pietro Gori, Alla conquista dell’Avvenire
Raffaele De Grada, I pittori ambulanti in Russia
Marco Eggenter, L’arte della Memoria da Simonide a Giordano Bruno
Angelo Germino, Scacchi matti. Tre folli deliri nel Gioco dei Re
Giulio Landi, Vita di Esopo Frigio. Prudente e faceto adulatore
David J. Linden, La mente casuale
Lanzetti-Marchetti, L’animazione nelle case di riposo
Toni Maraini, I sogni di Atlante. Saltimbanchi nel Maghreb
Jonathan Metzl, The protest psychosis
Simone Morotti, La pianta ch’la camenna
Felice Nalin, I Madonnari annunciatori di anziane storie
Nabokov, Beckett, Zweig, Tre romanzi di scacchi
Nobilio-Ramaioli-Liveri, La democrazia apparente
Carlo Pedretti, Le macchie di Leonardo
Romano-Cerutti, L’artista girovago
Rosa Salzberg, La lira, la penna e la stampa
Cristoforo Sparagna, I lirici greci. Da Callino a Simonide
Francis Amelia Yates, L’arte della memoria
Lao Tze, Tao Te Ching
Bibliografia, Risorse sul Tarocchino Bolognese

Condividi