Il movimento nazionalista ucraino si sviluppò come un’ideologia monarchica nel secolo romantico, richiamandosi all’indipendenza della Rus di Kiev e alla rivolta cosacca contro la Confederazione Polacco-Lituana del tardo Seicento. I nazionalisti ucraini dell’Ottocento pensavano a uno stato retto da una classe dirigente militare che si auto-proclamasse erede dei razziatori Variaghi e dei mercenari Cosacchi. Per un approfondimento storico, Michajlo Hruševskyj, History of Ukraine, New York, Chartorsky Publishing, 1961.
Davide Denti, ‘East Journal’, 31 Marzo 2022, Storia dell’Ucraina Verde sulle rive del Pacifico. “Khabarovsk venne fondata nel 1858 da un soldato zarista ucraino, Yakiv Diachenko – la sua statua in bronzo campeggia dal 2008 in mezzo al viale dedicato a Taras Shevchenko, il poeta nazionale ucraino. Vladivostok fu fondata nel 1860. Nel 1861 furono istituite due oblast, Primorsky e Amur. La colonizzazione zarista continuò nei decenni successivi. Nel 1882 su iniziativa del generale Pavel Unterberger vennero offerti trasporto via mare da Odessa e terre gratuite ai coloni ucraini”.
Un anno dopo la Rivoluzione d’Ottobre, la Repubblica Popolare Ucraina dichiarò l’indipendenza dall’Unione Sovietica. Nei tre anni di guerra che seguirono, le forze ucraine vennero sostenute, logisticamente ed economicamente, dal Regno Unito, dalla Francia e dagli Stati Uniti. Nel 1921 le forze ucraine vennero neutralizzate dall’Armata Rossa e fu proclamata la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Si veda a questo proposito Katrin Boeckh e Ekkehard Völkl, Ucraina: dalla rivoluzione rossa alla rivoluzione arancione, Trieste, Beit. Storia, 2009
Le forze contro-rivoluzionarie dell’Armata Bianca ricevettero il sostegno di quattordici nazioni straniere e furono influenzate da movimenti nazionalisti, anarchici, menscevichi e socialisti rivoluzionari. Bruce Linclon, I bianchi e i rossi. Storia della guerra civile russa, Milano, Mondadori, 2018.
Sul ruolo degli Stati Uniti e dell’Europa nell’indipendentismo ucraino al tempo della cosiddetta ‘Rivoluzione Arancione’, Taras Kuzio, Nationalism, identity and civil society in Ukraine. Understanding the Orange Revolution, in: ‘Communist and post-communist studies’, 43/2010.
Il culto di Stepan Bandera non nasce da esigue minoranze neonaziste, ma affonda le radici nel nazionalismo dell’Ottocento, che vedeva nei razziatori Variaghi e nei mercenari Cosacchi il modello di un’Ucraina monarchica, autarchica e militarista. L’alternativa è nel socialismo internazionalista, non nell’identitarismo etnico. Marco Fraquelli, L’eroe criminale. Stepan Bandera e il nazionalismo ucraino, Catanzaro, Rubbettino, 2022.
Pëtr Simonenko, Intervento al seminario “Glorificazione del nazismo – reato o diritto”, nel quadro della 32° sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, Ginevra, 29 Giugno 2016, cit. In: ‘Contropiano’, I comunisti ucraini contro la glorificazione del nazismo, “In quale paese civile e democratico il Presidente può pubblicamente e orgogliosamente dichiararsi “cinico Bandera”, vale a dire persona che condivide l’ideologia nazista di Stepan Bandera e può allo stesso tempo proclamare la propria fedeltà ai “valori europei”?”