Canta, carovaniere. Nisa-Redi-Leonardi, 1938. Uomo orchestra italiano

Carovaniere

Nisa – Redi Leonardi, 1938

Canta Federico Berti, one man band

Quando la notte discende
riposa silente la stanca tribù,
mentre una stella s’accende,
cantare si sente nell’ombra laggiù.

Voce d’un canto smarrito,
tormento d’un povero cuor,
solo il deserto infinito
ascolta il suo pianto d’amor.

Canta, carovaniere canta
la nenia che tormenta
tutti i cuori della tribu.
Dice, tremando la tua voce:
“Non troverò mai pace,
questo amore è una schiavitù”.

Scende la sera e lassù
brilla una stella,
solo il tuo cuore quaggiù
non spera più.
Canta, carovaniere canta
la nenia che tormenta
tutti i cuori della tribu.

Video riprese di Teresa Paduano

Loiano, Bologna. Video riprese di Teresa Paduano, davanti al Bar Trattoria Benvenuti. La canzone, dal repertorio di Carlo Buti, è in pieno stile imperiale e coloniale. Descrive un carovaniere del deserto scontento della propria vita, che guarda una stella e si vede schiavo d’un amore insoddisfatto. Un cuore che non spera più. Nulla che si possa ricondurre apparentemente alla propaganda. In realtà siamo nel pieno dell’occupazione fascista in Libia, in Eritrea, in Etiopia, molti coloni italiani hanno popolato i territori africani e vi conducono fiorenti attività economiche, da padroni non da schiavi. La canzone riecheggia melodie arabeggianti, descrivendo i nativi come un popolo decadente, cui una nuova stella alta nel cielo sembra voler sorridere. Quella nuova stella nell’immaginario di allora è la civiltà che si riteneva fosse portata dal fascismo a tribù di selvaggi senza altra speranza di riscatto. In questo senso, il canto si inserisce perfettamente nel repertorio della propaganda fascista.

Nello stesso tempo tuttavia, possiamo interpretarlo al contrario proprio come un canto di sofferenza a causa della dominazione straniera. Come altre canzoni del tempo, ambigue e sempre un po’ sopra le righe, che iniziavano a mostrare le crepe di un’ideologia non più universalmente condivisa, lo avevamo visto parlando della Strada nel bosco, di Pippo non lo sa e diversi grandi successi radiofonici di quel tempo. Molti testi venivano storpiati e cantati dai cantastorie come dai cori spontanei, con parole diverse, più meno velatamente antifascista, o reinterpretate in altra chiave. Siamo nel 1938, due anni dopo la strage di Addis Abeba in cui il generale Graziani sappiamo aver fatto trucidare 6000 etiopi, per la maggior parte monaci del clero ortodosso, colpevoli di aver ‘profetizzato’ il declino e la caduta dell’impero italiano, la sconfitta del fascismo, invocando l’intermediazione del divino cavaliere San Giorgio per ricacciare indietro questo drago velenoso. La canzone del Carovaniere porta con sé tutte queste suggestioni, frammenti di una storia infame che taluni oggi sembrano voler riqualificare.


One man band video


Gerardo Matos Rodríguez. La Cumparsita. Tango. Monghidoro, 2024
Anonimo XIX secolo, Gli scariolanti, Cà di Guglielmo Luglio 2023
Federico Berti e Fabio Galliani, Tacabanda e Ocarina, Giugno 2023
Cherubini-Fragna, Signora Illusione. Monghidoro, 2023
Filippini-Morbelli, Sulla Carrozzella. Loiano, 2022
Consuelo Velazquez, Besame Mucho. Rebecq, 2022
Federico Berti, Polka Sfregatette, Bazzano, 2023
Traditional, Morettina, Loiano, Bologna
Panzeri-Rastelli-Mascheroni, Papaveri e papere, Fidenza, 2019
Traditional, Il cacciator del bosco, Niksic, Montenegro
Nisa-Redi-Leonardi, Carovaniere, Official video, 2022
Traditional, Manfrina e Morettina, Bologna, 2017
Traditional, Polka montanara, Monghidoro, 2019
Bixio-Cherubini, Mazurka della nonna, Lastra a Signa, 2018
Traditional, Giga, Monghidoro, 2018
Eldo Di Lazzaro Reginella campagnola, Budrio, 2017
Bixio-Cherubini, La mia canzone al vento, Lognola, 2021
Traditional, La Cionfa, Monghidoro, 2021
Arlen-Harburg, Somewhere over the rainbow Monghidoro, 2021
Gershwin-Du Bose, Summertime, Corinaldo 2019
Traditional, Galoppa, Parade. Corinaldo, 2019
Casiroli-Rastelli, Evviva la Torre di Pisa, Bologna 2018
Frati-Raimondo, Piemontesina bella, Bagnarola di Budrio 2018
Bixio-Cherubini, Lucciole vagabonde, Bologna 2018
Federico Berti, La Torre del Serpe, Otranto 2018
Piazza Marino, Il ragazzo con tre fidanzate, Bazzano 2023
Simons-Marks, All of me, Modena 2022

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