Artista di strada uomo orchestra suona la Polka Sfregatette.

Polka Sfregatette
dal vivo al mercato di Bazzano

Uomo orchestra Federico Berti

Riprese e montaggio di Roberto Cerè
per la rivista Millecolline

Quella di Via Sfregatette a Bologna si racconta come una storia vera, sottolineo ‘si racconta’, a beneficio di chi fa il mestiere dello storico e potrebbe patire uno scompenso. Secondo la vulgata contemporanea questa strada si troverebbe nel cuore del centro storico della città, sul nome si sono fatte diverse ipotesi, la più accreditata delle quali è legata al fatto che il quartiere bolognese in cui si trova fosse storicamente rinomato per le sue prostitute. Tonino Veronesi riporta il titolo di un articolo, del quale però non specifica l’autore, l’editore e l’anno di edizione, secondo il quale si tratterebbe di una leggenda metropolitana. Serena Bersani puntualizza nel giro di Bologna in 501 luoghi, Roma, Newton Compton, s.a., che


“Via del Fossato, tra via Nosadella e via Saragozza, fino alla fine dell’Ottocento per un tratto si chiamava via Fregatette. Il nome, che in realtà in passato era attribuito anche ad altre stradine di Bologna tutte accomunate dall’essere molto strette, ha dato adito alle più fantasiose interpretazioni. La più diffusa riconduce lo strano toponimo al fatto che qui vi fossero postriboli e prostitute. Ma la spiegazione non è del tutto convincente. E’ invece più probabile che sia da ricondurre alle dimensioni anguste che la strada aveva all’epoca. Però attenzione, non per il fatto che due passanti incrociandosi venivano forzatamente a un contatto fisico quanto piuttosto per la vicinanza tra i tetti dei due lati della strada. Quindi, “Fregatette” sarebbe in realtà da intendere come “sfrega tetti”, d’altra parte la pronuncia in dialetto bolognese è identica”.


La spiegazione di Serena Bersani lascia aperti diversi interrogativi, dato che in dialetto bolognese i tetti vengono chiamati coppi e dunque semmai si dovrebbe parlare di Sfregaicop, ma soprattutto il buon senso fa pensare che due tetti per sfregarsi tra loro dovrebbero muoversi non poco e se questo accadesse i rispettivi proprietari interverrebbero senza meno.

Una mappa interattiva del Comune di Bologna, riporta a questo proposito le Cose notabili della città di Bologna ossia storia cronologica dei suoi stabili sacri, pubblici e privati per Giuseppe di Gio Battista Guidicini, pubblicata dal figlio Ferdinando e dedicata al Municipio di Bologna, Vitali, Monti, Compositori, Garagnani, Delle Scienze, 1868, un’opera monumentale in sette volumi nella quale si fa menzione di quattro vie Fregatette a Bologna, una nelle vicinanze di via Castiglione, una in Nosadella, un’altra nei pressi di San Giovanni in Monte e un’altra in via dei Chiari. La ricerca odonomastica riportata nell’articolo istituzionale, conferma la nomina in Via Senza Nome a metà dell’Ottocento, ma smentisce che prima di allora si chiamasse Fregatette, riportando piuttosto la toponomastica di via Sozzonome e risalendo alla sua possibile forma arcaica Suznom che rimanderebbe a tutt’altro significato. La documentazione catastale tuttavia potrebbe non aver riportato eventuali nomi attribuiti nella vulgata popolare alla detta via, che invece associa all’attuale Via Senza Nome un precedente appellativo popolare (o popolaresco) in Via Sfregatette.

Sempre a beneficio di chi fa lo storico di mestiere, possiamo chiederci come sia nata questa vulgata. Il 28 Dicembre 2000 su ‘La Repubblica’ appare un articolo dal titolo Quella strada di Bologna che si chiamava Via Sfregatette, dove si legge:


“Via Senzanome é una pittoresca via di Bologna, sulla quale Giuseppe Raimondi mi narrò una facezia etimologica. Dice che la strada si chiamasse via Sfregatette, e che un pontefice in visita esclamasse: ‘Sozo nome! Indi per sostituzione ecc.ecc.’. Storiella ben felsinea. (Firmato) Santo Contini”


A conferma di una tradizione orale quanto meno Novecentesca in cui si attribuisse quel nome a quella via, abbiamo dunque non solo un articolo su una testata nazionale, ma due nomi di informatori, Santo Contini e Giuseppe Raimondi. Il testo sul giornale riporta diversi puntini di sospensione e un virgolettato, dal quale si evince che possa trattarsi di citazione da altra fonte scritta, della quale purtroppo mancano gli estremi. Per chi non conoscesse il nome di Giuseppe Raimondi, possiamo dire che è stato un intellettuale di un certo rilievo nel periodo tra le due guerre che trascorse molto tempo a Bologna come giornalista, fu anche direttore di riviste letterarie ed ebbe rapporti con figure come Ungaretti, Apollinaire e il grizzanese Giorgio Morandi, ha collaborato al periodico ‘L’Italiano’ edito da Longanesi. Fu un militante nei GAP durante le Resistenza. Se dunque volessimo ricostruire l’origine della vulgata intorno all’associazione del nome Sfregatette a via Senza Nome, ritengo che si possa partire dalle riviste letterarie locali cui abbia collaborato il Raimondi per ritrovare informazioni più dettagliate.

Eviteremo di entrare nel merito della controversia, poiché dal momento che la vulgata è molto diffusa a noi interessa piuttosto chiederci per quale motivo sia divenuta così popolare intorno al cambio del millennio. A nostro parere, possono aver giocato un ruolo rilevante le polemiche negli anni Novanta intorno alla presenza della sede Arci Gay nel Cassero di Porta Saragozza, al quale è legata anche la processione della Madonna di San Luca. Un tema sensibile, dato che la comunità LGBT è stata poi spostata in via Riva di Reno con l’assegnazione di una sede più ampia. L’ipotesi storica secondo cui il nome Fregatette sarebbe legato alle zone in cui si praticava diffusamente il meretricio a domicilio, potrebbe a sua volta rifarsi al dialettale volgare fregata per indicare l’atto sessuale, e al conseguente fregatetta nel senso di ‘sveltina’. In questo senso, la leggenda metropolitana riportata dal Raimondi sembra esprimere al meglio lo scandalo di quei benpensanti che arrossiscono solo al sentir parlare di ‘certe cose’. Un tema dunque che ben si ricollega a quello dell’omotransfobia contemporanea. Sempre a beneficio degli storici, si presenta qui una Polka Sfregatette in modo garbatamente e volutamente provocatorio, sperando che a nessuno suoni come un Sozzonome da cambiare.

Questa polka su musica di Federico Berti, di cui si può scaricare lo Spartito per Chitarra e Mandolino, o la Partitura per Banda, è riproposta dallo stesso autore in un adattamento per Chitarra, Armonica a Bocca e Batteria Portativa. suonata per le vie di Bazzano sotto il sole del mezzodì nel giorno di mercato, per annunciare una serata alla vicina Rocca dei Bentivoglio in memoria di Piazza Marino, poeta contadino nativo bazzanese. Si ripropongono qui le riprese di Roberto Cerè per la rivista Millecolline, da lui diretta.


Federico Berti su Millecolline

Le vie delle fiabe, il nuovo libro di Federico Berti
Gli artisti di strada al tempo del Covid19
Federico Berti canta ‘La Molinara’
Federico Berti ci invita a ricordare Piazza Marino



One man band video


Gerardo Matos Rodríguez. La Cumparsita. Tango. Monghidoro, 2024
Anonimo XIX secolo, Gli scariolanti, Cà di Guglielmo Luglio 2023
Federico Berti e Fabio Galliani, Tacabanda e Ocarina, Giugno 2023
Cherubini-Fragna, Signora Illusione. Monghidoro, 2023
Filippini-Morbelli, Sulla Carrozzella. Loiano, 2022
Consuelo Velazquez, Besame Mucho. Rebecq, 2022
Federico Berti, Polka Sfregatette, Bazzano, 2023
Traditional, Morettina, Loiano, Bologna
Panzeri-Rastelli-Mascheroni, Papaveri e papere, Fidenza, 2019
Traditional, Il cacciator del bosco, Niksic, Montenegro
Nisa-Redi-Leonardi, Carovaniere, Official video, 2022
Traditional, Manfrina e Morettina, Bologna, 2017
Traditional, Polka montanara, Monghidoro, 2019
Bixio-Cherubini, Mazurka della nonna, Lastra a Signa, 2018
Traditional, Giga, Monghidoro, 2018
Eldo Di Lazzaro Reginella campagnola, Budrio, 2017
Bixio-Cherubini, La mia canzone al vento, Lognola, 2021
Traditional, La Cionfa, Monghidoro, 2021
Arlen-Harburg, Somewhere over the rainbow Monghidoro, 2021
Gershwin-Du Bose, Summertime, Corinaldo 2019
Traditional, Galoppa, Parade. Corinaldo, 2019
Casiroli-Rastelli, Evviva la Torre di Pisa, Bologna 2018
Frati-Raimondo, Piemontesina bella, Bagnarola di Budrio 2018
Bixio-Cherubini, Lucciole vagabonde, Bologna 2018
Federico Berti, La Torre del Serpe, Otranto 2018
Piazza Marino, Il ragazzo con tre fidanzate, Bazzano 2023
Simons-Marks, All of me, Modena 2022

Condividi