Magia naturale. L’approccio scientifico a un tema controverso
La scienza dei maghi
La scienza non riconosce l’esistenza di maghi bianchi o neri, poiché si concentra sulla comprensione dei processi riconoscibili, prevedibili, quantificabili, riproducibili, può solo prendere atto che molte persone trovano beneficio in alcune pratiche di meditazione, visualizzazione creativa e altre forme di spiritualità o pratiche religiose, parla a questo proposito di azione psicosomatica nella quale possono avere un ampio raggio d’azione le religioni, le forme di devozione popolare e in ultima analisi anche la manipolazione delle coscienze. Si deve tuttavia chiarire alcuni problemi, di carattere storico. In primo luogo, circoscrivere il concetto stesso di ‘magia’ dal punto di vista della ricerca scientifica, poiché a questo termine sono stati attribuiti significati diversi nell’arco dei secoli e quindi per comprendere davvero a fondo il problema si dovrebbe quanto meno conoscere la storia di questo termine, così da poterne ricostruire il senso anche dal punto di vista della razionalità scientifica, senza incorrere nel dogmatismo. Faremo dunque un passo indietro.
Mazdeismo e magismo persiano
La parola “mago” si pensa che derivi dal latino magus, a sua volta derivato dal greco antico magos, che indicava inizialmente un sacerdote persiano. Il culto dei Magi era una religione persiana antica che risale al periodo achemenide, intorno al V secolo a.C. Gli adepti di questa religione erano noti come i Magi o Magoi e credevano in un dio unico chiamato Ahura Mazda. Secondo la loro dottrina, Ahura Mazda era il creatore del mondo e della vita, ma era in lotta costante contro il dio malvagio Angra Mainyu, che rappresentava il male e la distruzione. I Magi credevano che la lotta tra Ahura Mazda e Angra Mainyu si sarebbe conclusa con la vittoria del primo, e che alla fine del mondo si sarebbe verificato un giudizio universale in cui i giusti sarebbero stati premiati e i malvagi avrebbero subito la condanna. I Magi erano noti per la loro conoscenza dell’astrologia (che era poi l’astronomia, indistinta dalla religione) e ritenevano che gli astri avessero un influsso diretto sulla vita degli uomini. Interpretavano i sogni, praticavano l’oniromanzia che allora costituiva a sua volta un sistema sapienziale non ancora distinto dallo spiritualismo della religione. Inoltre, i Magi s’interessavano di quella che oggi chiamiamo erboristeria, fitoterapia, e praticavano diverse cure psicosomatiche attraverso invocazioni e rituali per invocare gli spiriti.
Il culto cristiano dei Re Magi
Nel cristianesimo, i Magi sono noti come i Re Magi o i Magi di Oriente e sono presenti nella narrazione della nascita di Gesù come coloro che portarono i doni all’infante. La figura dei Magi ha avuto un impatto significativo sulla cultura e sulla letteratura, e la loro figura è stata spesso rappresentata in opere d’arte, poesie e racconti. Nella tradizione cristiana, i Magi sono rappresentati come tre re provenienti da Oriente, che seguirono la stella di Betlemme per trovare il neonato Gesù e portargli i doni dell’oro, dell’incenso e della mirra. Questa narrazione ha ispirato molte celebrazioni religiose e culturali, come l’Epifania, che commemora la visita dei Magi a Gesù, e il carosello dei Magi, una festa popolare che si tiene in molte città italiane, a Colonia si conservano le presunte reliquie dei tre sapienti. In sostanza il magismo antico s’interessava a diversi campi del sapere che solo a partire dal XVI secolo d.C. verranno a distinguersi dalla religione, trovando una formulazione pienamente scientifica. Tutte le discipline praticate allora in un senso spiritualistico e amministrate da sacerdoti, sono state filtrate dal metodo esperienziale (sperimentale).
Mago come illusionista
Vi è tuttavia un secondo importante significato della parola ‘mago‘, un senso dispregiativo che indica la figura del ciarlatano millantatore di arti che non possiede, detto anche falso profeta, impostore. Questa nuova accezione del termine si afferma in modo particolare con l’avvento del Cristianesimo, quando tutte le altre religioni verranno demonizzate come forme di stregoneria e i sacerdoti dei vecchi culti paragonati a volgari stregoni. Su questo tema vorrei soffermarmi, meditando su un passo tratto dagli Atti degli Apostoli attribuiti a Paolo di Tarso:
Atti 8:9-25
Conferenza Episcopale Italiana
Simone il mago
- 9 V’era da tempo in città un tale di nome Simone, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samaria, spacciandosi per un gran personaggio. 10 A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: «Questi è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande». 11 Gli davano ascolto, perché per molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue magie. 12 Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare. 13 Anche Simone credette, fu battezzato e non si staccava più da Filippo. Era fuori di sé nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano.
- 14 Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni.
- 15 Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; 16 non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17 Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
- 18 Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l’imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro 19 dicendo: «Date anche a me questo potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo». 20 Ma Pietro gli rispose: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio. 21 Non v’è parte né sorte alcuna per te in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. 22 Pentiti dunque di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero. 23 Ti vedo infatti chiuso in fiele amaro e in lacci d’iniquità». 24 Rispose Simone: «Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto». 25 Essi poi, dopo aver testimoniato e annunziato la parola di Dio, ritornavano a Gerusalemme ed evangelizzavano molti villaggi della Samaria.
E’ evidente come le attività di Pietro e quelle di Simone convergano verso discipline sostanzialmente affini, le stesse arti attribuite ai magi persiani ovvero la conoscenza delle stelle, dei medicamenti di erbe, delle cure psicosomatiche, delle pratiche rituali. La differenza tra l’uno e l’altro di cui narra il testo paolino sta nel fatto che la sapienza di Simone non viene attribuita a Dio. Simon mago pensa di poter pagare gli apostoli perché gli insegnino quel che sanno, ma nella comunità cristiana la sapienza non si pensava che si potesse acquistare con denaro. Da quel momento in poi, tutto ciò che non verrà riconosciuto come appartenente alla religione di Cristo sarà bandito come il frutto di una ispirazione demoniaca. Con l’editto di Teodosio, i sacerdoti di tutte le divinità diverse da quella che adoravano i cristiani, verranno messi fuori legge e perseguiti come stregoni.
Lucio Apuleio e Apollonio di Tiana
Non era tuttavia la prima volta che questo accadeva, per dare un’idea vorrei fare un passo indietro alla figura di Lucio Apuleio, un intellettuale del II secolo d.C., autore di un romanzo noto come Le Metamorfosi o l’Asino d’oro, che apparteneva a una setta allora in competizione con quella dei cristiani, il culto di Iside che nel pantheon romano venne assimilata a Venere. In quegli anni gli stessi cristiani venivano accusati spesso di stregoneria per le pratiche necromantiche da loro svolte sulle reliquie dei santi. E’ piuttosto curioso come il senso dispregiativo del termine mago finisse col ritrovarsi ugualmente attribuito all’uno o all’altro secondo l’opportunità del momento. Il bello è che lo stesso Apuleio verrà accusato di stregoneria dal governo di Roma e peraltro sosterrà il processo difendendosi da solo essendo egli stesso un avvocato, ottenendo peraltro piena assoluzione da tutte le imputazioni. Come si può intuire, il significato oscuro attribuito alla cosiddetta magia non riguardava tanto il contenuto sapienziale o le pratiche rituali in sé, quanto la competizione tra scuole di pensiero che iniziavano a porsi come le sole vie legittime per la conoscenza. Un altro che dovette affrontare lo stesso tipo di controversia fu Apollonio di Tiana, un filosofo del primo secolo d.C. accusato di magia per il sincretismo che aveva operato fra pitagorismo greco, meditazione brahminica e arte della memoria, di lui si racconta addirittura che scomparve durante il processo per ricomparire altrove, sano e salvo.
La magia naturale degli umanisti
Ai due significati principali che normalmente vengono attribuiti al termine mago, se ne deve aggiungere tuttavia un terzo, quello relativo alla cosiddetta magia naturale, estraneo sia alla religione che all’illusionismo. Questo termine iniziò a diffondersi con i primi studi interdisciplinare degli intellettuali umanisti, che iniziavano a perseguire l’emancipazione dal monopolio della cultura in mano al clero, elaborando nuove discipline sapienziali. Autori come Marsilio Ficino, Cornelio Agrippa, Tommaso Campanella, Giordano Bruno, i quali iniziarono a porsi fra XV e XVI secolo il problema di una nuova dottrina, trasversale alle arti e alla teologia, in grado di orientare il lavoro del filosofo senza dover ricorrere a un demiurgo esterno. Si parlava allora della magia come di una scienza delle scienze, o arte delle arti, la cui finalità doveva essere la trasformazione della mente umana, una nuova prospettiva da cui guardare il mondo. Quella nuova prospettiva, prefigurava in realtà quello che poi diventerà il metodo scientifico a partire da Copernico, Keplero, Galileo, Bacone, Cartesio.
La scienza ovvero la magia
Nei secoli successivi alla rivoluzione scientifica si tornerà a parlare di magia nel senso attribuito a questo termine dagli umanisti, ovvero come di un approccio multipolare e trans-disciplinare alla conoscenza, il cui obiettivo sia l’evoluzione interiore del soggetto pensante prima che la conoscenza dell’oggetto. Si verranno a sviluppare nel XIX secolo due aspetti, uno che possiamo definire ‘occultistico‘, caratterizzato dalla visione chiusa ed elitaria d’un sapere destinato a rimanere appannaggio di circoli esclusivi, accademie di intellettuali o sette teosofiche. L’altro, che possiamo definire ‘inclusivo‘ nel quale si pensa al contrario che la conoscenza non debba costituire uno strumento di prevaricazione sociale e si debba fare il possibile per garantirne la massima diffusione, favorendo non solo l’istruzione delle masse ma in un senso più ampio la divulgazione e il perfezionamento degli stessi strumenti cognitivi. A partire da questo secondo ramo si svilupperanno alcuni paradigmi di ricerca fondamentali per il dibattito scientifico del Novecento. Idealismo, materialismo storico, scienze sociali, a partire dalle quali si svilupperanno campi d’indagine come la semiotica, le scienze della formazione e della comunicazione.
Dal materialismo storico alla semiotica
E’ nell’ambito di questi nuovi strumenti di ricerca, che verranno poste al vaglio del pensiero critico alcune pratiche liminali, sospese fra scienza, religione, medicina psicosomatica e varia pratiche ‘borderline’. Dagli studi di Freud sull’onirocritica alle ricerche di Ernesto De Martino sul tarantismo, dalle indagini di Levi Strauss sullo sciamanesimo, alle ricerche sull’influenzamento e la manipolazione mentale, sia individuale che collettiva. Quello che un tempo veniva chiamato il ‘mago bianco‘, la scienza contemporanea riconosce come musicoterapeuta, psicoanalista, osteopata, pranoterapeuta, erborista, fitoterapista e così via. Quello che al contrario un tempo rientrava nello stereotipo del ‘mago oscuro‘, oggi si chiama in tanti modi: ciarlatano, impostore, manipolatore, narcisista patologico, truffatore e così via. Mi rendo conto che molto altro si potrebbe dire a riguardo, ma volendo sviluppare un breve intervento su questo tema, su invito di Antonino Martino per il suo podcast sulla spiritualità e sul mistero, questa può essere una ragionevole introduzione a temi che richiederebbero ognuno una trattazione a sé stante.
Riassumendo, quando si parla di mago bianco dal punto di vista della ricerca scientifica, si può intendere un sacerdote, un artista, un filosofo, profondamente ispirato, in grado di operare cambiamenti positivi sulla realtà e sulle persone con cui entra in relazione, esercitando un’influenza profonda sulla propria mente come su quella del suo prossimo, in modo completamente disinteressato, non autoreferenziale, orientato sempre al conseguimento di un bene comune, consapevole che qualsiasi disagio dovesse procurare a terzi finirebbe per ritorcersi contro lui stesso. Si parla al contrario di mago oscuro per indicare un sacerdote, un artista , un filosofo, altrettanto ispirato e in grado di operare cambiamenti sulla realtà, ma in un senso distruttivo e autoreferenziale, interessato al proprio esclusivo tornaconto personale. Sebbene il termine mago sia desueto, arcaico, soggetto a mistificazioni e fraintendimenti, per cui si preferisce in genere servirsi dei suoi corrispettivi moderni. L’uso del termine mago è al contrario piuttosto popolare negli ambienti legati a un approccio di tipo esoterico e spiritualista.