Satira, poesia. La cicala complottista

Federico Berti, Zirudella della cicala e la formica

La cicala complottista

Satira politica,
Testo e voce narrante:

Vi racconto un contenzioso
millenario ed insidioso,
un dissidio mai risolto,
uno spettro senza volto,
che tra l’edera e l’ortica
la cicala e la formica
innalzò a una statuaria
tradizione letteraria.
La cordiale canterina
crepitava all’aria fina
canzonando sperticata
l’operaia indaffarata,
che esplorava in seminario
l’assolato circondario.
Le parlò con decisione:
“Voi mi fate compassione,
tutte quante a sculettare
nel plotone militare,
spigolando poco o molto
qualche avanzo del raccolto
nel vicino comprensorio,
per servirlo al refettorio;
a vedervi tutte uguali,
mi si appannano gli occhiali!
Raccattare il bocconcino
da riempire il magazzino,
nella terra polverosa
fate incetta d’ogni cosa
e alla fine della corsa
consumate la risorsa
caparrandola per vezzo
lei scarseggia e sale il prezzo!
Quando poi viene l’inverno
per noi altre è un vero inferno
non si trova messe alcuna
a pagarla una fortuna,
per l’ingrato, rubicondo
monopolio inverecondo”.
La formica incuriosita
l’ha scrutato di sfuggita:
“Sei la solita egoista
presuntuosa, narcisista,
buona solo a far lamenti,
maledire i quattro venti:
tu ragioni per te stessa
o viziata principessa!
Ma nell’impeto dei flutti
resti sola contro tutti,
non conosci la ragione
della pianificazione,
il decreto applicativo,
l’interesse collettivo.
Prendi esempio cara mia,
che a cantar la litania
non ti cambia le valute:
perdi il tempo e la salute!”.
Terminato il resoconto
del mio umile racconto,
la sentenza del lettore
lascio al buon intenditore,
affinate le cervella
toc e dai la zirudella.


Zirudelle di cantastorie


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