Denise Articò
La ‘Politica di Esopo frigio’
di Emanuele Tesauro

Le maschere animali
tra etica e politica.

in «Filologia e Critica»,
XVI, 1991, 3, pp. 344-400.
Saggio di Denise Articò
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Dove trovare l’originale del 1646
Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III (NA)
Biblioteca Reale (TO)

L’operetta del Tesauro uscì per la prima volta nel 1646, metà del XVII secolo. E’ stata per lungo tempo dimenticata, riscoperta solo di recente. Il libro presente una selezione di 118 favole di Esopo, dove le storie di animali anziché porsi come allegoria morale, diventano esplicitamente un’allegoria politica. Una rivisitazione narrativa della favola antica, in chiave tutt’altro che rivolta all’infanzia. Presentiamo qui un saggio monografico di Denise Articò, curatrice di un’edizione critica del testo seicentesco, indicando anche la biblioteca in cui si può trovare il testo nell’edizione originaria del ‘600. Come Giovanni Battista Casti, autore di una satira in sestine di endecasillabi dal titolo Gli animali parlanti, così anche Emanuele Tesauro è un chierico, per l’esattezza un gesuita che per motivi disciplinari lascia la Compagnia di Gesù proseguendo come sacerdote secolare al servizio dei principi Savoia-Carignano. Quando parla di politica lo fa dunque da conservatore, un intellettuale di corte al soldo dei potenti, oltre tutto un diplomatico dunque attivo nella politica del suo tempo. Non scrive nella prospettiva del leggendario Esopo che invece era uno schiavo e portava la voce degli ultimi. Segnalo il testo perché aldilà delle sue intenzioni è comunque da conoscere, se si vuole ricostruire il lavoro di manipolazione compiuto sul testo originario di Esopo Frigio, è in definitiva un interessante esperimento di connotazione e contestualizzazione dell’immaginario favolesco nella realtà. Non adatto alla lettura diretta a un pubblico non preparato, ma utile alla formazione di un narratore per conoscere il lavoro sul rapporto fra narrazione e vita. Raccomando la lettura delle 31 pagine del saggio di Denise Articò, che illustrano meglio il quadro storico in cui l’opera è stata pubblicata.

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