Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Podcast sogni 02. La maschera protegge ma nasconde.

La maschera
nasconde ma protegge

Podcast sogni n.02
con Federico Berti

In collaborazione con
D.Colavitti, ‘Universo sogni’

Un saluto alle amiche e agli amici del gruppo ‘Universo sogni’ e a Daniela Colavitti, con cui saremo in diretta domani sera per parlare di sogni e arte combinatoria. Veniamo subito al racconto di oggi

“Nel mio sogno sono un ragazzo, mi trovo in un palazzo abbandonato e buio insieme ad una ragazza, mentre scendiamo le scale di questo palazzo, improvvisamente ci troviamo davanti 3 uomini loschi, sappiamo che sono pericolosi, scappiamo, saliamo al 4 piano, è come un magazzino, sempre buio, qualche scatolone qua e la, disordine, l’unica via di scampo che abbiamo è dal balcone, ma è alto abbiamo paura a buttarci, ma loro stanno arrivando, ci buttiamo, l’impatto con la neve ci salva, improvvisamente non siamo più in 2 ma in 5 o 6 persone, indossiamo delle maschere per non farci riconoscere dagli uomini che ci cercano, ci incamminiamo verso l’uscita del cortile di quel palazzo, li vediamo arrivare, non ci riconoscono, ce l’abbiamo fatta! Arrivati per le strade della città alcuni ci salutano e se ne vanno, passeggiamo per la via è sera, nelle case intorno a noi la corrente continua a saltare e improvvisamente tutto si fa buio a intermittenza, per fortuna la luna è così grande che illumina la città, arriviamo al mare, c’è un cielo stellato e i fuochi d’artificio, voglio farmi scattare una foto ma nessuno me la fa come vorrei.”

Il sogno è chiaramente diviso in due parti che non presentano una logica narrativa di collegamento fra l’una e l’altra, ma ricorre un elemento fra gli altri, l’intermittenza fra luce e ombra. Nella prima parte il palazzo buio, la decadenza, l’abbandono, la penombra del magazzino, la seconda sempre in notturna al chiaro di luna con fuochi d’artificio che esplodono all’improvviso, la luce elettrica che va e viene, il cielo stellato. La prima parte del sogno è dominata dalla figura incombente dell’uomo nero moltiplicata tre volte e la fuga attraverso le stanze del palazzo oscuro attraverso un balcone, un salto nel buio. Nella seconda parte del sogno compaiono elementi legati all’acqua come la neve, il mare, la luna che governa le maree, la luce che sembra voler dissipare il buio ma vi riesce solo a tratti, in modo intermittente. Le maschere sul volto costituiscono elemento di continuità con la parte precedente del sogno, è un ulteriore ‘velo’ sulla realtà che oscura l’identità in chi la porta. La oscura a tal punto che nessuno può raffigurarci in fotografia nel modo in cui noi vediamo noi stessi. I tre uomini loschi nel palazzo abbandonato sono all’origine del mascheramento, la causa prima che ha spinto il sognatore a coprirsi il volto per non lasciarsi riconoscere, il salto dal balcone è da un punto di vista narrativo il momento chiave in cui il sognatore smette di sentirsi braccato dall’uomo nero, ma il prezzo di questa protezione è alto, coincide con l’oscuramento del volto. La serie numerica direi che si può sintetizzare con l’ombra n.11, la fuga n.71, il salto n.62, la luce lunare n.2 la maschera n.20.


Oscurità in cui tutto si confonde,
dimora di fantasmi e male ombre
la maschera protegge ma nasconde

Condividi