Diretta sogni n.29. Il sogno di Nabucodonosor. Cosa dicono le carte della Smorfia.
Il sogno di
Nabucodonosor
Diretta sogni n.29
con Federico Berti
Tratto da:
AAVV, ‘La Sacra Bibbia’
Libro di Daniele
31 Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. 32 Aveva la testa d’oro puro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, 33 le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. 34 Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò. 35 Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e divennero come la pula sulle aie d’estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione.
36 Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. 37 Tu o re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la forza e la gloria. 38 A te ha concesso il dominio sui figli dell’uomo, sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini tutti: tu sei la testa d’oro. 39 Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. 40 Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. 41 Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro unito all’argilla. 42 Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e l’altra fragile. 43 Il fatto d’aver visto il ferro mescolato all’argilla significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l’argilla. 44 Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. 45 Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione».
In primo luogo, la distanza temporale. Il testo del racconto è passato da chissà quante mani prima di arrivare a noi, il libro di Daniele è datato al 200 a.C., un bel salto. La lezione più antica è parte in ebraico, parte in aramaico, passata attraverso il greco ellenistico, poi il latino, poi tante revisioni, ancora oggi le varie confessioni cristiane ed ebraiche riportano l’episodio in modo diverso, per cui in teoria non ha molto senso fare un’analisi del sogno usando gli strumenti critici moderni. Quello che però noi possiamo fare adesso è considerarla nel suo aspetto di racconto esemplare, così come viene di fatto usata nella celebrazione dell’Eucarestia, dove si leggono brani dall’Antico Testamento e li si commenta al pubblico di oggi, riferendole alle situazioni che possono presentarsi ora alle persone. E se non siamo ministri del culto pazienza, siamo comunque nati in un paese dove queste storie circolano e influenzano tutti, anche laici come me: basti pensare all’immagine del gigante dai piedi d’argilla che nella lingua italiana rappresenta ormai un modo di dire comune. Se la prendiamo sotto questo aspetto, la storia del sogni di Nabucodonosor può essere commentata senza timore che qualcuno abbia a offendersi.
Quel che sorprende è la prima parte del racconto, dove il tiranno assiro pretende non solo e non tanto che s’indovini il significato del sogno, ma che si indovini proprio il sogno in sé. Minaccia di uccidere tutti i saggi, se non sapranno indovinare il sogno da lui fatto quella notte, solo il profeta Daniele ovviamente saprà farlo con l’aiuto del ‘suo dio’, cosa che probabilmente se accadesse oggi verrebbero attivati i servizi segreti per risalire alla fuga di notizie tra i dignitari e gli intimi del sognatore. Ma veniamo al sogno di Nabucodonosor, il gigante nei sogni preannunciava secondo i nostri vecchi una fortuna insperata o la realizzazione dei propri desideri, specialmente salire sulle sue spalle e guardare lontanp; fugire davanti a un gignte nasconde invece un senso di colpa rispetto a un’azione di cui ci si sente colpevole, o che si intende commettere consapevolmente. Per la Smorfia, l’unico aspetto negativo nel sognare un gigante è il sognatore vi si identifica, in quel caso c’è il rischio di combinare qualche guaio serio. In questo caso ad essere gigante è una statua, nei sogni generalmente simbolo di tristezza, immobilità, noia, morte, non la si considerava di buon auspicio a meno che non si trattasse della statua di un santo. L’altro elemento che abbiamo visto è legato al materiale di costruzione della statua in rapporto alle varie parti del corpo, che dalla testa ai piedi non vanno in ordine di durezza, ma di valore economico, dal più prezioso in alto al più vile in basso. Oro, argento, bronzo (usati normalmente per fibule, gioielli), ferro (per le armi), creta (per gli utensili). Basta una pietra che si stacca dalla montagna e va a frantumare la terracotta nei piedi, che il gigante crolla. La pietra, il più ‘primitivo’ materiale con cui siano stati mai costruiti degli strumenti dall’uomo.
L’interpretazione biblica del sogno rimanda alla successione di imperi e alla prefigurazione di un regno del dio d’Israele, al quale l’imperatore assiro finisce per inginocchiarsi, nel nostro contesto la visione è più legata alla sapienza popolare, ai proverbi e modi di dire: il gigante dai piedi d’argilla è una costruzione enorme, pesante, lussuosa, che però non ha le basi abbastanza solide e sprofonda proprio a causa del proprio peso. Penso e ripenso a questo sogno, mi guardo intorno e dico: se veniamo fuori da questa situazione, dobbiamo rendere più solide le fondamenta della nostra società. Tutto quell’oro in testa non serve a niente, se poi al primo sassolino sputato da un pipistrello tutto il gigante va in frantumi. Ci sarà molto da lavorare, da costruire insieme e serviranno le forze di tutti nel ricostruire le basi di quest’economia fondata sul terziario avanzato, sul superfluo, sul voluttuario.