In piedi sull’orlo di un burrone. Parlami del tuo sogno
In piedi sull’orlo
di un burrone
Ripartiamo dai sogni
Diretta n.06, Marzo 2020
Mi trovo in piedi sull’orlo di un burrone a strapiombo sul mare calmo e pulito, con le braccia alzate e allargate per non cadere, un bel sole e il cielo sereno, guardo il panorama, che è splendido, ma ho paura del precipizio.
Come ho spiegato altrove, in questo libro dei sogni ho fatto volutamente un lavoro di sintesi, eliminando tutte le voci multiple e selezionando solo quei simboli che comparivano in più cabale dei sogni diverse, in modo tale da scremare i contenuti. Ovviamente questo vuol dire che non troveremo sempre esattamente la parola cercata, così come l’abbiamo pensata rispetto al nostro sogno. Questo da un lato può sembrare un limite, ma come vedremo non lo è: se pensiamo alla primo alfabeto di ideogrammi, il geroglifico egiziano nella sua forma più antica, contava un numero di circa 500 simboli attraverso i quali esprimere contenuti anche molto complessi. Il problema dunque non è cercare la parolina, ma ragionare sopra il simbolo in una prospettiva diacronica. Questo mi rende più semplice memorizzare col tempo il contenuto complessivo del libro, cosa che sarebbe impossibile con un dizionario di cinque o seicento pagine. In questo caso ad esempio la parola ‘burrone’ è assente dal catalogo, per cui dovrò cercare un simbolo equivalente.
Il simbolo più vicino al burrone con strapiombo sul mare che ho trovato nel catalogo è quello della montagna, intesa nel senso dell’altitudine da raggiungere camminado per porsi in posizione sopraelevate rispetto al mondo. Nel racconto del sogno occupa un posto importante il godimento dell’ampia visuale. Questa ricerca di posizioni sopraelevate veniva associata un tempo al conseguimento di una posizione sociale, economica o affettiva. Tanto maggiori gli onori (o il desiderio di conseguirne), quanto più alta è la vetta. Per inversione, discendere da un’altura significa l’esatto opposto, un ridimensionamento del ruolo sociale, del prestigio e del successo in ogni campo. All’altura in questo caso è associata esplicitamente la paura di cadere, che nel sogno si considera generalmente un invito a cambiare idea su qualcosa, a scendere dal piedistallo, positiva solo se a cadere è il sognatore stesso. Davanti allo strapiombo un bel panorama e il mare calmo, che rappresenta l’origine della vita, ma anche la distesa d’acqua ovvero l’ignoto, di pessimo augurio se in burrasca o se vi si cade dentro, ma benevolo se calmo e ancor più se brulicante di pesci. Allegria, fecondità, in alcuni casi maternità. Il mare in questo caso è rafforzato da un cielo sereno e un sole luminoso, caldo ma che non brucia. Un altro elemento fondamentale in questo sogno, presente nel catalogo dei simboli ricorrenti da centinaia di anni, è la perdita (dunque, la ricerca) di un equilibrio, che annuncia una scelta risolutiva, il cambiamento, di buon augurio se il sognatore non finisce per cadere, come nel nostro caso.