Una volta si ballava al suono degli archi, prima che arrivasse la fisarmonica a eseguire da sola le parti di molti strumenti. In questa elaborazione ho voluto fare il percorso inverso, partire da una composizione per fisarmonica e tornare alla scrittura per archi. Sono sempre di più infatti le orchestre che fanno ballare con questo tipo di organico, per cui ho voluto dare al brano qualche opportunità in più di essere conosciuto e apprezzato.
Questa elaborazione per quartetto d’archi è dedicata alle violiniste Placida Staro e Katia Ciampo, al maestro Angelo Bartoletti, all’organista Fabiana Ciampi, ai Violinisti di Santa Vittoria. L’idea mi è venuta pensando alle sperimentazioni dell’ensemble “L’Altro Sono”, alle masterclass al Mulino della Valle.
Di solito quando ci si ispira alla musica popolare, lo si fa sovrapponendovi l’individualismo del compositore, che di fatto la decontestualizza e la stravolge, rifunzionalizzandola. Nella realizzazione di questo adattamento ho cercato al contrario di mantenere inalterata la funzione musicale del ‘ballo’, per non snaturare la composizione originale. Anche le parti dei singoli strumenti sono ispirate all’incisione originale del 1983.