La Strategia del Bradipo. Favola, poesia.
La Strategia del Bradipo
Favola, poesia Bestiario n.6
Commento musicale: F. Berti,
“La Moglie del Gigante” (Base strum.)
Valter Colle Edizioni Musicali
Nota Music / Ossigeno S.r.l.
“Fai come me”, dice così all’arpia
un bradipo, leccandosi le dita
mentre lei cerca di portarlo via,
“Non ha molte sorprese la mia vita:
non mangio carne, bevo poco e niente
sto qui da solo come un eremita,
dall’albero, discendo solamente
a far la buca sotto questa pianta
per concimarla molto lentamente.
Nella pelliccia folta che mi ammanta,
coltivo un orto di verdura fresca,
nel caso in cui la fame è proprio tanta;
di caccia non m’intendo, né di pesca,
non invitarmi alla competizione,
non fa per me, spero non ti rincresca.
Mi piace ricercar la posizione
e sonnecchiare appeso tutto il giorno,
dell’orizzonte far contemplazione.
Le specie tutte quante a me dintorno
lo stesso stile avessero adottato,
la pace regnerebbe tutt’intorno”.
Nel dir così, tranquillo s’è infilato
tra i rami e tra le foglie ad alta quota,
il predator, s’invola rassegnato
Questa favola mi è stata suggerita dal video di un bradipo assalito da una giovane aquila, che disorientata dalla lentezza dei suoi movimenti, finisce per farsi scappare la preda. Strano animale il bradipo, alcuni trovano un mistero il suo successo nell’evoluzione della vita, a me non stupisce in modo particolare: non è competitivo, non spaventa nessuno, dorme tutto il giorno, ha bisogno di pochissimo. Che altro gli serve? E’ talmente pigro da allevarsi le falene in mezzo al pelo, affinché le loro deiezioni rilascino l’azoto che consente la crescita delle alghe. Si porta dietro l’orticello, così quando si sente un po’ giù di tono, una leccatina e via. Come se ne prende cura, di queste falene! Scende dall’albero una volta a settimana per evacuare in una buca, in modo che possano deporre le uova nelle sue feci che prontamente ricopre, in questo modo proteggendole. Quando nascono, le nuove falene risalgono istintivamente l’albero in cerca del pelo che porta quell’odore. Geniale, anche se ammettiamolo, un po’ disgustoso.