F. Berti, “Fagiolino e la Divisa del Capitano”. Download Ebook

Federico Berti, Fagiolino e la divisa del Capitano. Download Ebook

Fagiolino e l’uniforme
del Capitano

Racconto in musica
per cantastorie e burattini.

di Federico Berti
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Dal testo dell’operetta:

“In quegli anni a Bologna s’era diffusa una singolare ossessione per le uniformi, era il periodo in cui Sganapino andava in giro col berretto del soldato austriaco e la ‘esse’ stretta alla tedesca. Molte donne cadevano afflitte da questa febbre, non appena vedevano una divisa, s’innamoravano di qualunque ‘cosa’ vi fosse dentro e molti farabutti, talvolta dei veri assassini, se ne approfittavano. Povere donne, e poveri i loro fidanzati. In quei giorni si aggirava per Bologna un misterioso personaggio, lo chiamavano tutti il Capitano. Collezionava le uniformi, ogni volta una diversa. Vigile del fuoco, poliziotto di quartiere, guardia di finanza, non risparmiava nemmeno i corpi speciali. Se non trovava qualcuno che gli prestasse o regalasse la divisa autentica, o se non riusciva a trovarne una per caso al mercato delle robe vecchie, se la faceva cucire apposta da una sarta. Così possedeva quasi tutte le uniformi del mondo: gli piaceva esibirle in pubblico, giacca e distintivo, subito un coro di donne intonava al suo passaggio le canzoni d’amore.

Purtroppo anche la povera Isabella, anche se solo per un breve periodo, fu colta da quell’improvvisa febbre: non aveva altro in mente che le divise del Capitano, né degnava d’uno sguardo alcuno i pretendenti. Povero Fagiolino, la sua ‘Brisabella’ sembrava essersi dimenticata di lui. Quando pensava al Capitano, gli veniva un gran nervoso. Avvenne che aggirandosi sconsolato vicino al porto sulle rive del Reno, in quella parte di Bologna che si trova ancora oggi tra Lame e San Felice, gli venne in mente di confidarsi con l’amico Sganapino, il quale pensò: “O bella, vorresti arruolarti in un vero corpo militare per procurarti la divisa da far vedere alla tua fidanzata? Ma non lo sai che terribile vita fanno i militari? Si svegliano la mattina presto, fanno tante ore di addestramento, marciano, corrono, saltano, strisciano, e sbatti il piede qua, e fai il saluto là. Se non hai lo stivale ben lucido, o se il caporale trova anche un minuscolo granello di polvere sotto il materasso, ti sbattono in galera senza processo. E poi le missioni, la guerra, le emergenze, le ferite, che male! Solo a pensarci mi vien su tutto un dolore. Quando vengono sparati, accoltellati. Ma che vita grama, che grama vita quella del militare”.

Intanto che Fagiolino sgranava tanto d’occhi nel sentir parlare l’amico, passò dalla riva del Reno indovina un po’? Proprio lui, il Capitano. Quello che metteva e levava le uniformi come se fosse carnevale. Quel giorno ne indossava una proprio bella, nuova di zecca, da vigile del fuoco, il berretto da Barracello, un corpo speciale della Sardegna, e le la fibbia delle Fiamme Gialle. Un putpurrì, come lo chiamano. Un minestrone, una brodazza. Sganapino, nel vederlo, ebbe un’idea… (Continua a leggere)

Tratto da Federico Berti,
Fagiolino e la divisa del Capitano

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