F. Berti, “Paràbbola dell’Orbi”. Sonetto romanesco
Paràbbola dell’orbi
di Federico Berti
da Trilussa contro Maciste
‘Sti quà so’ tutti ciechi, sordi, muti
somari bòni a carica’ i carboni
se so’ cacciati in testa, ‘sti cornuti,
da governa’ su tutte le nazzioni.
Sti quattro sciagurati, a musi duri
pieni de bozzi, lividi e storture
vann’a fini’ acciaccati contro i muri
nt’i fossi lerci fino alle cinture.
Ma prima da casca’, sti deficienti
te fanno fa’ la fine del lombrico
appesi a te coll’ugne e co’ li denti.
Si puro te che tanto fai l’amico
vai dietro a st’ignoranti non vedenti,
vedi d’anna’n quer posto che te dico.
Glossario
nt’i: dentro i
Ugne: unghie
Puro: pure
La parabola evangelica dei ciechi
Questa poesia mi è venuta pensando al dipinto di Bruegel il Vecchio ispirato alla parabola dei ciechi nel Vangelo secondo Matteo, nel vedere il quadro istintivamente mi sarebbe venuto da sostituire le teste dei poveretti che cadono nel fosso con personaggi della politica nazionale e internazionale, che si affannano tanto per contendersi poltrone per le quali non hanno le competenze necessarie. E quando alla guida di un paese finiscono persone che non vedono dove stanno andando, purtroppo non sono destinate soltanto loro a cadere nel fosso, ma a trascinarci dentro tutti noi indistintamente.