L’imperatrice è guarita. Fantascienza italiana

L’imperatrice porta a spasso un ragno domestico in equilibrio s’un palloncino di gomma. Se vuoi ottenere da un pazzo comportamenti ragionevoli devi trattarlo come una persona normale.

L’imperatrice
è guarita

L’ospedale fantasma n.35

Romanzo di Federico Berti
FANTASCIENZA ITALIANA
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Le macchine impazzite ritornano da dove son venute, il medico africano portavoce del Comitato per l’autogestione dell’ospedale riferisce i suoi progetti per il futuro. L’imperatrice dei ragni è guarita, verrà scarcerata e potrà dedicarsi alla cura della biblioteca pubblica nel municipio di Lolliano. L’angelo della robotica sarà affidato a un laboratorio di ricerca, per capire se veramente stia sviluppando un’anima e come comportarsi rispetto a questo singolare fenomeno. Ma qualcosa non convince nel racconto dei giornalisti.

L’ALBA SUI MONTI

Dietro la linea delle montagne il cielo inizia a schiarire, il profilo delle cose viene ad oscurarsi mentre le luci dei lampioni brillano ancora accese nel centro storico di Lolliano. Il party illegale nell’ospedale giudiziario Alderico Barbacani s’è malamente concluso con un detenuto quasi morto e centinaia di feriti, la popolazione civile ancora spaventata dalla violenta incursione dei caregivers osserva esterrefatta bende, fasciature, cerotti nei propri compagni di sventura. Donne, vecchi, bambini picchiati con metodica indifferenza da macchine programmate per assistere gli infermi. Tutto per un quadro, il ritratto di Maria.

Una parte dell’immensa folla che ha invaso il piccolo borgo montano in questi due giorni di follia condivisa, sta raccogliendo le sue cose sgomberando i prati dalle tende, pronta a infilarsi chi nella prima corriera del mattino, chi nell’automobile parcheggiata diversi chilometri più avanti, chi in bicicletta o addirittura a piedi. Si aspettavano forse una scampagnata a caccia di misteri, se ne fan tante nei castelli infestati dagli spiriti che ormai diamo quasi per scontato il rituale comune a queste esperienze, volevano una bella storia, un luna park dell’avventura, un gioco di ruolo, non la verità.

Nel tornare verso l’ospedale incontro il buon Osei, portavoce del movimento per l’autogestione, quello che ha infiammato gli animi parlando ieri sera, premuroso mi viene incontro: “Buongiorno mio caro, vi sentite bene? Siete ferito?” domanda. Qualche graffio, le corna un po’ ammaccate ma niente di grave per fortuna. A quest’ora del mattino i primi pendolari s’affrettano verso il lavoro, dato l’affollamento di profughi disorientati prevedo buoni affari per la locandiera, un’avvenente lituana con due lapislazzuli azzurri conficcati in un volto sorridente. Due caffè con molta calma, deve scaldarsi la macchina.

IL FUTURO DEL COMITATO

Osei porta una benda sull’occhio destro. Mi chiede se potrò lasciare l’ospedale in tempi brevi, rispondo che la giustizia dovrà fare il suo corso, probabilmente ci vorranno ancora due o tre settimane, ma dopo quanto accaduto le prove della mia innocenza non tarderanno a giungere suii tavoli che contano. “Una cosa mi rincuora” confida l’africano, toccandosi una spalla dolorante, sorride con quei denti luminosi che in tanti gli invidiano: “Quelle caffettiere ambulanti è la volta buona che finiscono a pulire i cessi della stazione!”. Sentendolo parlare in questo modo non riesco  trattenere una sonora risata, poi gli domando. “E voi del comitato? Cosa farete adesso?”.

L’uomo guarda in basso, riflette un poco prima di rispondere: “Non c’è motivo di proseguire nell’occupazione, le cose hanno un principio, uno scopo da raggiungere, poi devono finire. Penso che l’assemblea si riunirà più o meno regolarmente per seguire le vicende che riguardano il nostro ospedale, siamo pronti a fare nuove proposte, a iniziare una collaborazione con le istituzioni: il sindaco è con noi, la regione dovrà in qualche modo prendere atto della clamorosa sconfitta che il sistema privatistico ha registrato, con questa inutile automazione dei servizi sanitari. Dovranno rendersi conto che non si può togliere un presidio ospedaliero a un’intera valle, con le strade che franano appena si scioglie la neve sotto le ruote delle ambulanze”.

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E’ a suo modo ottimista, l’africano. Sa bene che le amministrazioni locali han bisogno di loro, il comitato ha raccolto fondi per macchinari, ambulatori e anche noi nel nostro piccolo siam riusciti a mettere insieme un po’ di quattrini da devolvere alla causa; penso che la struttura carceraria verrà smantellata, il Barbacani tornerà ad essere un istituto di cura come gli altri, forse un po’ meglio visto che sarà di nuovo condotto da personale umano residente sul posto e gli ammalati si conosceranno tra loro. Ricordo quand’ero un ragazzo, passeggiare nei corridoi dell’ospedale sembrava di essere in piazza al Monte dei Goti, s’incontravano facce per lo più familiari. “E l’imperatrice?” domanda l’africano. Il suo pensiero mi mette un po’ di tristezza, povera donna: è molto felice per la biblioteca rimessa a nuovo, si sente investita di una responsabilità vera, ma il soggiorno all’istituto per lei si conclude qui; nei giorni scorsi ha ricevuto alcune visite da Roma, le han proposto di uscire dalla residenza giudiziaria per trasferirsi in una casa di riposo, lei s’è messa a piangere come una bambina. L’idea di lasciare l’istituto l’ha gettata in un profondo smarrimento.

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Ecclesiarda Scalzacani ha scontato la sua pena ormai, le han dato la seminfermità mentale ma negli ultimi tempi è riuscita a fare notevoli progressi, ho sempre pensato che se vuoi ottenere da un pazzo comportamenti ragionevoli devi in primo luogo trattarlo come se fosse una persona normale, tenendo sempre alta la guardia per intervenire nel momento dell’inevitabile crisi. E’ stato così che l’imperatrice dei ragni s’è allontanata dal suo maniacale archivio, incanalando l’ossessione per il controllo in un progetto di cura, supportato da un serio studio nella biblioteconomia: pur soggetta  a momenti di grande difficoltà, nella vita quotidiana ha riacquistato buona parte delle sue funzionalità, ritrovando una certa indipendenza.  Non c’è motivo per cui debba continuare a vivere qui dentro e nello stesso tempo non vuole andarsene, non vuol lasciare la sua tarantola appesa al lampadario, il rosario delle tre vecchie, lo schedario per autori, titoli e soggetti che ha riorganizzato con tanta cura.

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Dalle illustrazioni del romanzo ho tratto un mazzo di carte e un gioco da tavolo compatibile con la piattaforma della Dama Bianca, se già possiedi il multigioco torna a trovarmi per conoscere nuovi giochi da fare con lo standard set.

Osei sorride con profonda tenerezza nello sguardo, “Se dare una mano è quel che vuole, non le mancherà occasione di farlo, ne son convinto: l’opera da voi costruita dovrà lasciare posto ai nuovi ambulatori, devolveremo parte di quel materiale alla biblioteca pubblica, dove la signora potrà senza dubbio prestare servizio volontario fin quando lo vorrà”. Si, fin quando lo vorrà. Penso tra me. In lontananza vedo spuntare il primo raggio di sole, una scintilla di luce che trafigge il profilo dell’ospedale come la spada di San Michele, da lontano scorgo i murales di Manuel Sandino spero non vogliano cancellarli almeno quelli. Il mio pensiero torna alle tensioni di stanotte, l’angelo della robotica verrà affidato a un laboratorio di ricerca per capire se davvero il software di auto-apprendimento abbia spinto Maria a sviluppare qualcosa di simile a un arbitrio, una volontà, un’anima. Non mi spiego tanto accanimento per un quadro e la tesi elaborata in fretta dai giornalisti, ansiosi di raccontare al lettore quel che il lettore vuol sentirsi dire, non mi convince. (Continua)

Laureato al Dams di Bologna con una tesi sulla narrazione, Federico Berti è dal 1994 cantastorie, artista di strada, uomo orchestra, romanziere, scrive libri e incide musica. “L’Ospedale Fantasma” è stato pubblicato per la prima volta a puntate su questo sito.

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FANTASCIENZA
ITALIANA

La distopia tecnologica in un romanzo
ambientato sull’appennino bolognese
che racconta una realtà inquietante
sospesa tra presente, passato e futuro

La copertina di questo romanzo di fantascienza italiano con 36 illustrazioni, disponibile a stampa o in digitale per leggerlo sul tuo computer o su dispositivo kindle.

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Romanzo di fantascienza. Qualsiasi riferimento a fatti, personaggi o cose realmente esistenti è del tutto casuale. Cyberpunk, satira sulla crisi del welfare. Seguito ideale di una storia iniziata col “Boia dell’Alpe”, thriller italiano che puoi trovare qui . Scarica il libro in epub, kindle, mobi, pdf oppure leggi la prima stesura su questo sito.

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