Hoax catchers. Otto consigli per smentire fake news
Se da un lato è inutile perdere tempo a smontare una teoria del complotto convincendo il suo portatore, dall’altro noi dobbiamo essere in grado di verificare quel che leggiamo o sentiamo dire. In questo articolo alcuni suggerimenti abbastanza semplici da mettere in pratica.
Smentire
una bufala
L’OSSESSIONE
DELLE FAKE NEWS
Articolo di Federico Berti
TUTORIAL BUFALE, FAKE NEWS
Nell’articolo che segue, alcuni suggerimenti pratici per un giovane hoax-catcher. Come prendere parte alla guerriglia della disinformazione senza rimanerne schiacciati. L’imprudenza non paga, devi procedere sempre come la volpe sul ghiaccio.
RINUNCIARE ALLA VERITA’
E’ il primo problema da affrontare, forse il più importante di tutti. La verità è un concetto filosofico, da migliaia di anni se ne discute e la scienza moderna, l’epistemologia, l’ermeneutica, hanno dimostrato che anche se ne esistesse una uguale per tutti, non sarebbe conoscibile per il semplice fatto che nel ricercarla dobbiamo intervenire su di essa, modificandola. Non starò a perdere tempo col principio di indeterminazione, Heisenberg, Popper e il motto socratico ‘so di non sapere’, qualunque persona di buon senso si rende conto che le nostre verità non sono immobili ma cambiano, si evolvono nell’arco di una vita intera e noi dobbiamo rendere conto di questi cambiamenti: quando si vuole smentire una bufala bisogna rinunciare alla verità. Non è nostro compito dimostrare che è falsa, possiamo semmai offrire nuovi dati e prospettive per interpretarli. In questo modo eviteremo anche le controversie giudiziarie, quando la nostra verità non dovesse reggere a una verifica può infatti dar luogo a denunce per diffamazione e altri problemi, pericolo da non sottovalutare.
LA RICERCA E’ UN DIVENIRE
Il secondo problema è rendersi conto che da un momento all’altro può comparire un documento al quale non avevamo pensato, di cui non conoscevamo l’esistenza, ribaltando ogni certezza che eravamo convinti di aver acquisito: per sottoporre a indagine critica le cosiddette fake news non basta raccogliere due o tre articoli sopra un dato argomento, si deve dedicare più tempo alla ricerca raccogliendo quanta più documentazione possibile, senza tralasciare nessuno dei risultati; se il materiale dovesse rivelarsi più consistente del previsto, vorrà dire che lo suddivideremo in diversi approfondimenti. Ogni volta che trattiamo un tema è bene prevenire questo tipo di evoluzione impostando già il discorso in modo tale da accoglierne le possibili variazioni. Come direbbe Platone siam qui per capire, non per convincere.
LE DOMANDE FONDAMENTALI
Una sola è la domanda veramente fondamentale, quando vuoi indagare su presunte fake news: devi chiederti sempre chi ti sta raccontando cosa e perchè, quindi in primo luogo raccogliere quante più informazioni sul tuo interlocutore, ricostruire la sua storia e le eventuali varianti che dovessero riportarti altri testimoni, capire il motivo per cui te la racconta: cosa vuole dirti, quale azione suggerisce, se si aspetta qualcosa da te. Devi sempre svolgere un minimo di ricerca sull’autore di ogni articolo, sulla fonte di ogni documento, non per poterlo attaccare ma per meglio contestualizzare il suo discorso. Chi, dove, come, quando, perché: se non sono specificate queste informazioni, devi andartele a ritrovare e annotarle in modo tale che gli altri possano verificare. Meglio un servizio è documentato, più sarà credibile.
LE PROVE NON PARLANO DA SOLE
Questo è un altro aspetto che frequentemente viene sottovalutato dai cosiddetti hoax-catchers: un documento di per sé è muto, siamo noi a farlo parlare, o meglio a parlarne. Date due prove documentarie, le si possono mettere in relazione da innumerevoli prospettive, nessuno di noi può immaginarle tutte né si possono esaurire in una sola discussione; compito del ricercatore è raccoglierle, poi metterle in relazione tra loro sapendo che altre persone potrebbero trovare nuove connessioni tra quegli stessi documenti. Non esistono verità assolute, ma solo prospettive d’interpretazione coerenti, dipende dalle domande che rivolgiamo ai documenti, come vogliamo farli parlare e quali sono le risposte che ne ricaviamo. Sarà bene impostare il ragionamento anche sulla base delle sue criticità, prevedendo quali potrebbero essere le visioni alternative e includendole nella nostra tesi in modo tale da favorire un confronto dialettico, questo renderà il ragionamento più elastico, diminuendo il rischio di scadere nella vuota polemica o peggio, di ritrovarsi in mezzo a controversie anche legali.
NE VALE DAVVERO LA PENA?
Non sempre quella che a noi sembra una deliberata menzogna merita davvero di essere smentita, vi sono anzi molte occasioni, forse più di quante ne potremmo pensare, in cui una piacevole illusione può essere preferibile a una scomoda verità; se così non fosse le civiltà umane non avrebbero mai creato gli déi. Non servirà a molto andarsene all’uscita dalla messa denunciando le contraddizioni del dogma religioso a tutti quelli che vengono fuori dalla chiesa, non otterremmo probabilmente che un consolidamento nelle loro convinzioni. Il pregiudizio a volte è un meccanismo di difesa, affrontarlo in modo brutale può non essere il modo migliore per superarlo. Prima di smentire una pubblica menzogna, o fake news come la si voglia chiamare, dovremmo chiederci se valga davvero a pena di perderci del tempo, quali risultati speriamo di ottenere: può darsi che un malato terminale preferisca sentirsi parlare dell’autoguarigione per fede e suggestione, piuttosto che di tesi complottistiche sui ciarlatani della new age, chiediamoci dunque se sia davvero così importante in quel momento scrivere quell’articolo o se non possiamo impiegare meglio le nostre risorse intellettuali.
SIAMO ABBASTANZA FORTI?
Un altra cosa molto importante quando vuoi smentire delle fake news è chiederti se sei davvero abbastanza forte per farlo, se l’ambiente in cui il pregiudizio è radicato sia disposto a seguirti o non preferisca godersi l’illusione così com’è. Sono abbastanza forte per sradicare quella pianta, o finirei per sciupare inutilmente le mie energie e il mio tempo? A volte basta scegliere con cura l’interlocutore, per ottenere un risultato migliore, come si suol dire: non raccontare in caserma le barzellette sui carabinieri. Non dimenticare il mito della caverna in Platone, è inutile parlare a vuoto con chi non ha alcuna intenzione di ascoltarti. La nostra forza non si può solo misurare nei media di massa, newsletters numerose e così via, ma risiede in primo luogo nella capacità dialettica e nella coerenza interna del ragionamento.
UN AMICO NON E’ PER SEMPRE
La pratica dell’hoax-catching, ovvero la caccia al pregiudizio, fa gola a chiunque pensi di poterti usare per propagandare le proprie verità, prima o poi verranno a offrirti dei privilegi (anche in denaro) per metterti al servizio di qualcuno, ti ritroverai a godere delle molte facilitazioni che un santo in paradiso può offrirti, ma è bene fare attenzione perché un amico non è per sempre e quando tu dovessi costruire il tuo successo sulla credibilità d’un patrono influente, potresti ritrovarti inesorabilmente legato al suo destino: se lui decade, tu decadi. Quando i suoi avversari politici diventassero più forti, potrebbero danneggiare anche te: non di rado le prime denunce arrivano proprio nel momento in cui viene a mancarti l’appoggio istituzionale, o il supporto finanziario alle tue campagne. Non illuderti, la verità è una scelta. Valuta sempre da che parte stare sulla base delle tue forze, non su quelle degli altri.
LA MALDICENZA UCCIDE
Evita se puoi l’attacco diretto a persone o enti, istituzioni, non individualmente almeno. Se ritieni di voler passare dal semplice hoax catching al giornalismo investigativo, allora valuta con molta cura la tua posizione prima di metterti da solo a colpire i giganti con la fionda: se vuoi smentire bufale che in qualche modo coinvolgano poteri forti, o comunque fuori dalla tua portata, devi aggregare intorno alle idee un movimento numeroso di persone disposte a esporsi per sostenere la stessa idea, un comitato che possa mettere in comune risorse, prospettive, progettualità comuni. In questo caso l’informazione evolve in azione, si fa iniziativa politica. L’individualismo non paga in questi casi. Non limitarti ad accusare specialmente se non sei convinto di poter contare su prove ineluttabili, ricordati sempre che la maldicenza uccide.
Federico Berti è compositore, scrittore, illustratore. Tra i suoi interessi oltre all’attività artistica sono il dibattito politico, la manipolazione mediatica e le fake news. Pubblica su questo sito le canzoni e romanzi che trovi nei menu, scrive articoli sul rapporto fra politica, narrazione, miti e leggende.
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