La Madonna del Boschetto. Leggenda della Val di Taro

La Madonna del Boschetto

Leggenda della Val di Taro

Testo e voce narrante
Federico Berti

Boschetto di Albareto è in provincia di Parma. Bisogna prendere l’autostrada della Cisa, uscire a Borgotaro e proseguire in direzione Bedonia-Compiano. A un certo punto sulla sinistra si vede l’indicazione per Albareto. Boschetto è tre chilometri dopo quel paese. Poche case in riva al torrente Lecora, una piccola comunità la cui vita è stretta intorno a un santuario della Beata Vergine delle Grazie. A vederlo sembra quasi un battistero allargato, con un gran campanile a fianco. Si trova alla base di una collinetta su cui è stato piantato un bosco di faggio. Non ha nulla di appariscente, ma è un luogo dove portano gli ammalati a chiedere la grazia, c’è anche un altare e una sorgente dedicata alla Madonna di Lourdes. Nella chiesetta sono ricordati inoltre San Giovanni Bosco e Sant’Antonio Abate. In questo libricino scritto nel 2007, racconto la leggenda di Angela Broglia, una bambina sordomuta che secondo una tradizione locale della Val di Taro ritrovò l’uso della parola e l’udito per intercessione d’una signora incontrata nel in quel luogo prima che vi nascesse il santuario. Nel XVII secolo nasce un culto mariano intorno a un sasso dipinto, ma inizialmente non viene riconosciuto né dalle comunità vicine, né dalle autorità governative, né dalla chiesa cattolica. Tanto più che risultava allora amministrato da eremiti ‘laici’, ovvero senza voti. Il racconto in poesia ripercorre la faticosa affermazione del culto ancora oggi quanto mai vivo a Boschetto di Albareto. Dedicato alla memoria di Don Renato che ha visto nascere quest’operetta, e alla comunità intera che mi ha incaricato di comporla.

La visione di Angela Broglia

Negli anni che dall’Austria e l’Ungheria
il turco imperator venne scacciato,
l’amore per la Vergine Maria
di sopra agli alti monti fu invocato.
Da Borgotaro andavano per via
tra Bertorella e l’albero crociato
in riva ad un torrente un sito v’era
di terra grigiolina, rossa e nera.

Una bambina ritornava a sera
dal castagneto sopra a quel dirupo,
sul tratto stretto della mulattiera
che porta ad un crinal ventoso e cupo.
Tra i pascoli di qua dalla frontiera,
dove nei boschi si nasconde il lupo,
le sue caprette conduceva in fretta
giù per il fianco d’una collinetta.

Abituata a star sola soletta
sulle frondose balze tutto il giorno
pregava per sentirsi più protetta
e intimorita si guardava intorno.
Gridare non poteva poveretta
chiedere aiuto né soffiar nel corno,
della parola non aveva il dono
né udiva dall’orecchio nessun suono.

Ma ecco in un fulgor di lampo e tuono
nel luogo dove stava un grosso masso
dispensator di grazie e di perdono,
la fanciulletta vuol fermare il passo.
Le comparì una donna come in trono
seduta regalmente sopra al sasso…

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