Ida Magli, l’eredità intellettuale.
Ida magli
L’eredità intellettuale
Donne, Europa, Islam.
22 Febbraio, Ida Magli ci lascia suscitando un’eco in memoria del contributo che lascia al dibattito politico, culturale ed economico. E’ importante dunque capire chi fosse quest’intellettuale, nata a Roma nel 1925, diplomata in pianoforte al conservatorio di Santa Cecilia, laureata con una tesi sul linguaggio radiofonico. Viene ricordata nel giorno della sua morte come una sostenitrice dei diritti delle donne, delle battaglie contro la società patriarcale e la supremazia del maschile, contro la violenza di genere. Molte giovani lettrici non ricordano, forse non sanno, che proprio Ida Magli fu criticata aspramente dalle stesse donne per aver dichiarato fra le ragioni delle violenze sessuali moderne l’alto numero d’insegnanti femmine a scuola. Scriveva infatti sulle pagine del ‘Giornale’:
“La mancanza di un modello virile, e dell’autorità di un modello virile, è per gli adolescenti maschi tanto disastrosa quanto la mancanza del calcio e delle vitamine indispensabili alla loro crescita… Costringerli alla convivenza paritaria con le femmine per la maggior parte della giornata dall’asilo fino a giungere ai diciotto anni è ingiusto, ma soprattutto gravemente dannoso per la loro vita fisica, sessuo-psichica e intellettuale”. (leggi l’articolo)
Prosegue con una lunga dissertazione sulla prepotenza moderna di quelle donne che inibiscono i maschi e li rendono impotenti, portandoli a reagire come minoranze costrette alla ribellione, conseguenza d’un capovolgimento innaturale del mondo; colpevole naturalmente la promiscuità fra maschi e femmine in classe, l’autorità delle maestre donne che reprime l’istinto virile incentivando il dilagante fenomeno dell’omosessualità. Lasciamo alle ragazze di oggi la responsabilità di riflettere su queste parole, che riguardano in fondo anche loro. Interessante nell’intervista rilasciata a Radio Due, riportata nel video in apertura di questo articolo, l’aperta opposizione all’antropologia marxista e l’avversione all’internazionalismo libertario visto come il presupposto d’una cultura totale, opprimente. Ida Magli viene ricordata per una strenua opposizione all’Europa dei banchieri, le profezie sulla schiavitù dell’Euro e sul governo Monti, questo la rende a sua volta un simbolo di giustizia per tante famiglie che la deriva del socialismo europeo ha ridotto fisicamente sul lastrico rubando alle vedove per dare alle banche, portando in alcuni casi all’occupazione politica ed economica; non dobbiamo però dimenticare l’alternativa che lei aveva in mente e le ripetute dichiarazioni secessioniste, anti-unitarie, che la stessa autrice ha portato avanti sempre dalle pagine del ‘Giornale’, a fianco della Lega in favore di una Padania cristiana, libera e sovrana, contro Maachstricht e Roma ladrona. Non entriamo nel merito dell’orgoglio religioso rivendicato rispetto a un’Europa che in realtà per cinquecento anni sappiamo essere stata sconvolta proprio dalle guerre fra cattolici e protestanti, primato culturale mai dimostrato e nella cui apologia non è mai stato fatto da lei alcun riferimento alla vergogna del colonialismo.
L’incitamento all’odio culturale si spinse al punto che la stessa Ida Magli propose di vietare agli immigrati l’acquisto di case e terreni in Italia. Il pericolo dell’ Islam era infatti da lei avvertito come una perdita dei valori cristiani che avrebbe portato alla rovina l’Europa intera, responsabili di questo le politiche in favore della religione mussulmana da parte dello stesso clero italiano. Inutile forse ricordare che papa Woytila era secondo lei un massone e fu per questa ragione beatificato in fretta dopo la sua morte. Nel ricordare la nota giornalista, premiata nel 2015 al Vittoriale di Salò per una sostanziale continuità col pensiero dannunziano, l’invito è salutarla con rispetto, mantenendo però una chiara consapevolezza dell’eredità che lascia.
Federico Berti
UTOPIA
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