Libro, Ebook, Audiolibro. La sposa dell’Orco nel film di Matteo Garrone ispirato a G.B. Basile, “Il Pentamerone”.
La sposa dell’Orco.
Dal testo alla
sceneggiatura
Tratto da
Federico Berti
“Le vie delle fiabe
Un dettaglio che colpisce guardando il Racconto dei racconti di Matteo Garrone, è l’assenza di qualsiasi riferimento al dialetto napoletano, che nell’opera del Basile era invece un elemento importantissimo: se osserviamo con attenzione, nel film il solo richiamo esplicito al territorio del Regno di Napoli è nelle inquadrature su alcuni luoghi d’interesse turistico, usati a volte come scenario naturale per le riprese non girate in studio. Tutto il resto potrebbe essere ovunque, nel linguaggio e nell’abbigliamento, nelle usanze e nei costumi. La scomparsa del patrimonio linguistico e culturale si porta dietro una quantità non trascurabile di richiami alla toponomastica, alle tradizioni culturali, alla cronaca del tempo, alla cucina regionale, alla botanica, alla medicina popolare, ai proverbi, tutte cose che al contrario nel Pentamerone erano quanto mai presenti. Sappiamo che l’Accademia degli Oziosi, di cui il Basile era membro, riunì nel XVII secolo il fiore dell’ambiente intellettuale ispanico e partenopeo, che vi si studiavano la cabala, l’arte della memoria, la linguistica, l’alchimia, la medicina; proprio nelle sue favole si riportano rimedi e cure, vengono descritti in modo tanto minuzioso da lasciarci quasi un prontuario, un catalogo delle erbe. Oltre all’inversione della chiave ironica, grottesca e sostanzialmente comica, in favore d’un tono lirico, drammatico, recitato senza lasciare spazio alla satira o al’ironia, anche il riferimento al territorio è limitato ai simboli del potere che quel territorio ha presidiato nei secoli: castelli, fortezze. Ogni elemento ‘popolare’ è sostanzialmente azzerato, sia nel linguaggio che nella rappresentazione della vita quotidiana. La comicità grassa e buffonesca di Basile, che scriveva per la scena dei giullari, dei saltimbanchi, lascia il posto all’epos tragico della letteratura cavalleresca, di cui riprende anche l’andamento delle storie in parallelo, come nei canti dell’Ariosto e nel ciclo di Re Artù: comincia una storia, poi la lascia a metà per introdurne una seconda e una terza, poi torna alla prima e così viva…. (Continua a leggere)