Divorzio breve

E’ comunque un fallimento.

Gli anziani raccontano
Interviste in casa di riposo

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NEL BENE E NEL MALE

“Il divorzio prima s’aspettava degli anni, oggi bastano pochi mesi. S’era opposta la Chiesa perché lo sposalizio c’entra di mezzo la volontà di Dio, il prete dice: “Vuoi tu nel bene e nel male?” e prima che gli mettano l’anello deve rispondere si o no. Avevano un tribunale speciale quando per esempio scoprivano che il marito non voleva figli, oppure che era un omosessuale, ora si sposano anche loro ma prima se vedevi due donne per mano era normale, due uomini subito scandalo. Questo ai miei tempi. Un francese ha scritto una decina di libri tutte storie d’amore perduto che poi vinse dei premi grandissimi perché era scritto in una maniera meravigliosa, però magari il personaggio di lei si chiamava Albertina e poi scoprivano che nella vita era un uomo. Ora un mondo laico com’è oggi mi sembra giusto che uno fa come vuole, altrimenti sarebbe come sotto il fascismo che Mussolini aveva sei o sette amanti fino a quando non l’hanno fucilato, mentre gli altri si sapeva ma la moglie stava zitta  oppure vivevano separati in casa. Ci sono anche dei rari casi  in cui uno divorzia e poi dopo un po’ gli stessi vogliono risposarsi un’altra volta, ma questo è perché prima di fare le cose non ci pensano sopra”.

NON E’ GIUSTO ROVINARSI LA VITA

“Ero appena sposata quando  venne il divorzio, ho passato anche le lotte per sostenerlo, perché non era giusto che uno si rovinasse la vita, ne abbiamo una sola. Fino agli anni ’70 potevano anche dividersi fra loro ma per legge erano sposati lo stesso e tra i due la donna ci rimetteva perché spesso non lavorava, specialmente avendo i figli piccoli; così il marito la lasciava senza darle nulla, a meno che non si mettesse la mano sul cuore. O che la donna lavorasse, come infatti è successo poi. Non va mica bene così. Mi ricordo quando la democrazia cristiana perse il referendum, allora Togliatti e Nilde Iotti erano amanti e convivevano perché si volevano bene, però lui il divorzio non lo chiedeva a sua moglie, anche le cellule comuniste dicevano zitti non mi fate parlare. Certo è una decisione importante, non va presa alla leggera. Soprattutto, che non disturbino i bambini”.

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E’ COMUNQUE UN FALLIMENTO

“Sarebbe forse meglio come ora, che s’accompagnano tipo fidanzati? Se tu sapessi qui dentro  le infermiere ne hanno almeno due o tre: il marito (che non funziona più) e gli amanti. Non lo so, ho sempre detto se mi sposo è per un grande amore che dura per tutta la vita e mio marito lo voglio rendere felice, ora però questo non usa più. Se non ti sposi non divorzi, però la casa in due, come la dividono? E gli assegni familiari? Le case popolari? Il mutuo? Davanti al mondo se non ti sposi non sei nessuno, muore un coniuge e l’altro non può avere la pensione è abbandonato a sé stesso. Allora non basta accompagnarsi. Però dividersi perdi tutto quello che hai fatto, la vita che va in pezzi. Il mio figliolo quand’è morto il babbo venne a stare da me perché disse mamma tu non puoi stare da sola, da allora la casa è di tutti e due. Se ho bisogno è sempre qui pronto, una famiglia è poi questo. Che la legge permetta il divorzio breve siamo d’accordo, ma prima di arrivare a tanto bisogna pensarci bene perché la vita poi presenta il conto. Questa la parola santa”.

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